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Juric pre Torino-Sampdoria: “Praet, caviglia dolorante. Non siamo favoriti”

Gianluca Sartori

Praet è pronto per giocare dall'inizio?

"Già col Milan pensavo di non farlo giocare, ha avuto una distorsione alla caviglia il giorno prima del match e lo staff medico è stato bravissimo a mettermelo a disposizione almeno per uno spezzone. Ha questa caviglia dolorante, per questo non ha giocato dall'inizio a San Siro, ora vediamo per domani come sta".

Per il tipo di gara di domani, meglio Belotti o Sanabria dall'inizio?

"Vediamo, devo ancora pensare bene".

Il fatto che contro le grandi non sono arrivati risultati da cosa è dipeso?

"Sicuramente non per il fatto che ci sono tanti nuovi giocatori, anzi sono pochi, la maggior parte sono giocatori dell'anno scorso più qualche giocatore tornato da prestiti che era stato scartato. Io penso e ripeto che non si deve perdere di vista da dove siamo partiti. Dire che il Torino è favorito contro la Sampdoria vuol dire non tenere presente che le due squadre sono praticamente le stesse dall'anno scorso. Noi abbiamo fatto passi avanti notevoli, impressionanti, sul piano del gioco. Al di là di questo, non sono arrivati punti a sufficienza. Normale che ci siano tante cose da migliorare, e dobbiamo pure capire appieno le caratteristiche dei giocatori, cosa manca e cosa va bene. Dal mio punto di vista la strada è ancora lunga, le cose non si risolveranno così presto".

Cosa ritiene acquisito dalla squadra e su cosa bisogna lavorare?

"Abbiamo affrontato il Milan in modo ottimale sia come fase difensiva sia come possesso palla contro una squadra con grandi valori. Sicuramente in questo momento le cose girano male perchè situazioni pericolose ne abbiamo create: serve concretezza. Al tempo stesso dobbiamo avere ben chiaro che se molliamo a livello di attenzione si torna indietro".

In che cosa c'è stata una svolta?

"La mia sensazione è che la squadra è in crescendo, ma il calcio non dà mai certezze, bisogna stare molto attenti perchè a volte si fanno anche passi indietro. Però sul modo di giocare, di muovere la palla, stiamo crescendo su tante cose con giocatori che negli anni scorsi hanno fatto fatica. Alla fine si gioca per i punti, e i punti mancano, se la squadra si esprime così e non raccoglie a sufficienza vuol dire che se si cala un po', e può succedere, possono iniziare i problemi. Domani abbiamo una partita stra-importante contro una squadra che negli ultimi due anni è stata nettamente superiore al Torino. Se pensiamo che sia semplice, siamo sulla strada sbagliata".

La squadra sente che è matura? Si sente la mancanza di leader o ce ne sono?

"Domanda interessante, secondo me siamo in un processo di cambiamento, di ricambio generazionale. Le gerarchie sono capovolte rispetto al passato. A volte sento la maturità, a volte meno, perchè magari chi gioca ora in passato non contava molto come peso specifico nello spogliatoio. I nuovi leader devono ancora nascere, molti giocatori che oggi giocano sono un po' silenziosi e ancora non si sentono in grado di comandare, di trasmettere. Mandragora è uno che riesce a dire le parole giuste, ad esempio. Adesso stiamo iniziando a formarci con gerarchie diverse rispetto al passato, in generale".

Chi sono questi giocatori silenziosi?

"Siamo ancora in fase di costruzione. A Verona siamo arrivati, ne abbiamo tagliati un po' e ne abbiamo presi 16. Qui è diverso".

La preoccupa l'assenza di Ansaldi?

"E' una assenza importante perchè ha grande qualità. Ha fatto ottime prestazioni, non solo per gli assist, ma a tutto tondo. Sicuramente la sua assenza ci toglie qualcosa dal punto di vista delle soluzioni offensive, è un giocatore importante, su questo non c'è dubbio".

Pjaca e Verdi come stanno? Quando torneranno?

"Verdi è tornato a disposizione, mentre per Pjaca non vogliamo rischiare, probabilmente tornerà dopo la sosta".

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