Nell'agosto del 2013 Cesare Prandelli, all'epoca ct della Nazionale italiana, intervistato da Sky Sport 24, annoverò Walter Mazzarri, allora al Napoli, tra i più bravi allenatori italiani, in compagnia di Conte, Allegri e Montella. Due anni prima, sempre Prandelli, ai microfoni di Radio Crc, si spinse addirittura oltre l'immaginabile: "Mazzarri è stato geniale nel capire le caratteristiche dei giocatori e ha messo a loro disposizione un tracciato. Mazzarri è il Maradona del Napoli: perché lo sviluppo del gioco è sempre quello, al di là dei giocatori in campo". Un endorsement così esplicito che però pure sotto il Vesuvio considerarono sopra le righe. A sua volta, l'allenatore toscano, dopo un match perso contro la Fiorentina guidata proprio da Prandelli, definì l'attuale tecnico del Genoa "un gran signore" per aver ammesso che la sua squadra aveva prevalso anche e soprattutto grazie alla buona sorte. Insomma, tra i due, veterani del calcio italiano, scorre da tempo stima reciproca.
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Mazzarri ritrova Prandelli: quando l’ex ct lo definì “Il Maradona del Napoli…”
Verso il match / Il tecnico granata ha un record negativo contro l'ex ct della Nazionale: solo una vittoria contro di lui
OBIETTIVO 3 PUNTI - Sarà così anche dopo la partita di oggi, allo Stadio Comunale Luigi Ferraris di Genova, dove si preannunciano storie tese? I padroni di casa, dopo aver battuto un mese fa una Juventus in formato minore, hanno incassato un solo punto, con il Napoli, andando a sbattere contro Udinese, Inter e Samp. Ora si guardano alle spalle e a sei partite dal termine del Campionato si scoprono pericolanti, a soli cinque punti dal terzultimo posto. Prandelli - arrivato sulla panchina del Genoa dopo l'esonero di Juric a dicembre, a sua volta subentrato a Ballardini dopo la settima giornata di campionato - ha raccolto fin qui appena 17 punti in 18 partite e l'umore rossoblù è ormai sotto le scarpe. Dal canto suo, il Toro, seppure scornato dai pareggi con Parma e Cagliari, prosegue la sua rincorsa europea e sa che la trasferta ligure rappresenta l'ultima occasione ghiotta contro una squadra abbordabile prima di salire di livello e affrontare Milan e Juventus. Vincere, per entrambi i mister, è l'unico risultato veramente utile.
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LA CABALA - Si preannuncia un pomeriggio caldo a Marassi, dove il passato doriano del tecnico granata farà ribollire gli animi, almeno in curva rossoblù, dove forse qualcuno ancora ricorderà i 6 gol subiti nel 2011 dal Napoli di Mazzarri, uno dei risultati a favore più rotondi della storia del mister. Remote memorie a parte, a questo giro i numeri non sorridono agli ospiti. In dieci scontri contro Prandelli, Mazzarri ha vinto una sola volta, subendo cinque sconfitte e chiudendo sul risultato di parità quattro partite. Come se non bastasse il Toro è, assieme a Empoli e Chievo, vittima prediletta dell'ex commissario tecnico azzurro, tra le squadre di Serie A che ha battuto più spesso, ben 11 volte su 17 incontri.
IN CAMPO - Tra i rossoblù - in rosso profondo, nove reti subite e una realizzata nelle ultime quattro partite - torna Sturaro, ed è forse l'unica nota lieta per Prandelli, che dovrà fare a meno degli squalificati Biraschi e Pandev. In avanti si affiderà a Sanabria, uno dei colpi di mercato messi a segno a gennaio per non far rimpiangere troppo il partente Piatek. Scoppiettante fino a metà febbraio (tre goal in quattro partite), l'attaccante paraguaiano in prestito dal Betis Siviglia è poi scomparso dal tabellino dei marcatori. Nel Toro, per uno Zaza che esce di scena (due giornate di squalifica), ecco il rientro di capitan Belotti. A lui il compito di prendere per mano la squadra per centrare un risultato più che mai decisivo. Quattro gli ex di turno che potrebbero essere in campo dal primo minuto: Moretti, Ansaldi, Rincon e Izzo.
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