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Pjaca: “Obiettivi? Ora voglio continuità e giocare ogni partita con il Torino”

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Il trequartista croato ai microfoni di Torino Channel spazia tra tanti argomenti: dalla famiglia al ricordo più bello del calcio

Redazione Toro News

Marko Pjaca si è raccontato ai microfoni di Torino Channel, che ha pubblicato oggi la seconda parte di una lunga intervista in cui il trequartista croato del Torino ha svariato su molti temi diversi raccontando diversi aspetti della sua personalità (qui la prima parte dell'intervista).

Quali sono le differenze tra il calcio croato e quello italiano?

"In campo in Italia c'è molta più tattica, il campionato è più difficile. Qui ci sono molti più tifosi e anche per strada ti fermano molto più spesso, vogliono fare una foto, un autografo e parlare: queste sono le differenze più grandi. Gli italiani sono più appassionati, qui tutti i giorni della settimana si parla di calcio".

Dal punto di vista giornalistico quel è la pressione che voi subite?

"Qui c'è molta più pressione perché si parla sempre di calcio. Secondo me, se uno commette un errore se ne parla per tutta la settimana. In Germania per esempio appena finisce la partita non ti chiedono foto. In Croazia si parla tanto di calcio, ma gli stadi solo alcune volte sono pieni di tifosi".

Ti fa piacere quando vieni fermato per un autografo o per una foto?

"Ovviamente sì. E' una cosa piccola che magari per l'altra persona è un bel ricordo per tutta la vita".

E' vero che tu non hai tatuaggi? In futuro potresti farne uno?

"Nessuno. Probabilmente non ne farò mai".

Juric, Brekalo, Pjaca. Siete tutti degli atleti che hanno una grandissima cultura del lavoro. Un tempo si pensava che il calciatore che arrivava dai paesi dell'Est fosse più creativo che disciplinato.

"La disciplina è fondamentale. Non possiamo permetterci di non essere disciplinati e molto concentrati sul lavoro. Forse prima potevano farlo perché i tempi erano diversi e si correva meno: era tutto diverso. Oggi se sei un professionista e non sei disciplinato secondo me non vai da nessuna parte".

Noi sappiamo che avete un'alimentazione molto controllata, il sonno, il riposo. Ad esempio tu su che cosa punti maggiormente?

"Devi mangiare e dormire bene. Non pensare a troppe cose che ti fanno distrarre dal calcio."

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Una volta terminata la tua carriera calcistica a cosa punti?

"Non lo so ancora. E' ancora troppo presto. Mi devo trovare un lavoro e vorrei rimanere nel calcio. Comunque è troppo presto per sapere esattamente cosa farò".

Quali sono i momenti più complicati in una carriera da calciatore? Magari il momento dell'infortunio piuttosto che una brutta sconfitta...

"Io direi gli infortuni visto che ne ho passati parecchi. Voglio sempre pensare che è tutto successo per una ragione. Se pensi che sei l'unico sfortunato vai fuori di testa. Devi essere sempre positivo, devi lasciare l'infortunio nel passato a lavorare su quello che viene. Non bisogna avere paura perché può succedere qualsiasi cosa in qualsiasi momento".

Quali sono i tuoi obiettivi per l'anno nuovo?

"Alcuni giocatori si pongono un numero di gol e assist. Io non lo faccio. In questo momento cerco solo continuità e cerco di giocare ogni partita senza infortuni per aiutare la squadra a fare bene questa stagione".

Un ricordo nella tua carriera al quale vorresti tornare?

"La finale del Mondiale che abbiamo perso purtroppo: ho voglia di giocarla di nuovo e vincerla. Quando siamo tornati in Croazia tutti i tifosi ci hanno aspettato ed è stata una cosa bellissima. Erano tuti contenti come se avessimo vinto il Mondiale".

In che cosa vorresti che i tuoi figli ti assomigliassero?

"Vorrei che avessero una cultura dal lavoro e che sapessero che solo con il lavoro possono arrivare a quello che che vogliono raggiungere nella vita".

C'è qualcosa invece che vorresti che facessero in maniera diversa da te o qualcosa che invece non vorresti che prendessero dal papà?

"Sì, a volte penso troppo alle cose e se sbaglio ci penso troppo. Bisogna lasciarsi il passato alle spalle".

Tu hai già potuto fare pratica con qualche nipotino?

"Sì. Ho tanti nipotini dalle mie sorelle e poi ci sono anche i nipoti di mia moglie che sono tre: siamo in tanti. Li vedo quando vado a casa e ci vado appena ci danno due giorni liberi. Mi piace andare a casa e vedere la famiglia".

Un giorno vorresti avere una famiglia numerosa?

"Certo. Vorrei sia un maschio che femmina".

Dovranno fare sport?

"Non dovranno fare sport ma mi piacerebbe che lo facessero. Se scelgono un'altra strada va bene comunque".

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