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Torino, Cairo sferza tifosi e squadra: “Non è il momento di accontentarsi”

Redazione Toro News

"Poi ancora Urbano Cairo, intervistato da La Gazzetta dello Sport: "Cosa significa per me il 4 maggio? È il cuore diviso a metà. Il dolore per una ferita che non si rimarginerà mai ma anche, in un certo senso, il compleanno di un amore che si rigenera ogni volta e aumenta di intensità. La sacralità del ricordo e il rinnovo di una promessa. Il Torino ha due date di nascita, il 3 dicembre 1906 quando è stato fondato e il 4 maggio del 1949 quando l'aereo che trasportava la squadra dopo l'amichevole di Lisbona col Benfica si schiantò su Superga. Nel giorno in cui sembrò che tutto fosse finito, in realtà esplose ancora più violentemente la passione e l'amore per il Torino". Una tragedia che ha toccato non solo il Torino, ma tutta l'Italia: "Si, è stato così. E non solo perché dieci undicesimi di quella squadra formidabile formavano anche la Nazionale azzurra (record mai più avvicinato: Italia-Ungheria 3-2 dell'11 maggio 1947), ma per quello che il Grande Torino significò nella storia dell'Italia appena uscita dalle macerie della guerra. Un Paese diviso, impoverito, a terra, con la necessità di ripartire, ma ancora lontano da quel boom economico successivo che ne certificò il rilancio. Per quell'Italia il Grande Torino era un simbolo di forza, valori, qualità che permettevano di tornare a credere nel futuro. Era l'ambasciatore di una rinascita, un motivo di orgoglio e vanto perché si meritava il rispetto di tutti anche all'estero. Per questo Superga non fu solo una tragedia sportiva legata ai colori granata, ma un trauma collettivo che colpì tutto il Paese, da nord a sud: operai, borghesi e aristocratici, democristiani e comunisti, uomini e donne, vecchi e bambini".

"Venerdì sarà poi tempo di derby, in una settimana speciale: "Una partita sentita, molto importante. La giocheremo con tutte le nostre forze. E il giorno successivo andremo a rendere omaggio ai nostri eroi, riavvolgendo il nastro della storia in quello che sarà sempre un giorno di dolore e di rinascita. La fine di una squadra epica e il compleanno di un amore che si rinnova e non finirà mai".

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