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Torino, Singo e quella notte magica che forse sarebbe potuta arrivare prima

Focus on / L'esterno ivoriano sfrutta la chance concessagli da Longo e si regala un esordio in Serie A dal 1' difficile da scordare. E sul futuro...

Nicolò Muggianu

Serate come quella vissuta ieri da Wilfried Singo sono difficili da scordare. È stato un esordio dal primo minuto a dir poco speciale quello vissuto dall'ivoriano classe 2000 contro la Roma, che ieri per la prima volta è sceso in campo con una maglia da titolare in Serie A. Prima di ieri erano state tre le presenze di Singo con la maglia del Torino in campionato: tre spezzoni di gara per un totale di 43 minuti complessivi. Pochi, davvero troppo pochi per riuscire a mettere in evidenza le proprie qualità.

PRESENTE - Qualità che sono emerse invece con decisione contro la Roma. Un avversario blasonato e con giocatori di spessore, contro i quali però Singo ha dimostrato di non subire alcun timore reverenziale. Sin dai primi minuti di gioco, infatti, Singo ha dimostrato di voler provare la giocata riuscendo spesso a portarla a termine. Certo un po' d'emozione c'è stata, specie nei primissimi minuti quando Longo sembrava quasi telecomandarlo dalla panchina chiamandogli le letture in fase difensiva. Anche con il pallone tra i piedi però, Singo ha dimostrato di saperci fare; riuscendo a creare - oltre al gol - almeno un altro paio di azioni potenzialmente pericolose. Già in apertura di gara l'ivoriano classe 2000 si era reso protagonista di una discesa imperiosa sull'out di destra, terminata poi con una conclusione di Lukic deviata in corner.

FUTURO - Una prestazione che è stata sugli stessi livelli di quelle offerte dal ragazzo in Primavera, categoria nella quale si era già dimostrato dominante per doti atletiche. A stupire ancor di più però è stata la constatazione di come Singo non abbia subito il salto di categoria: un merito, questo, che va dato al duro lavoro fatto dal ragazzo nell'ultimo anno e mezzo prima con Mazzarri e poi con Longo. Fu proprio il tecnico di San Vincenzo, infatti, a spostarlo da centrale di difesa a esterno; ruolo in cui Singo sembra aver trovato la sua dimensione. A questo punto, dunque, viene da chiedersi perché Longo non lo abbia utilizzato prima. A rispondere alla domanda ci ha pensato proprio il mister, che nel post partita ha dichiarato: “Singo? Avrei voluto dargli possibilità prima di scendere in campo, ma la situazione era delicata”.  Certo, col senno di poi il sospetto che avrebbe potuto essere utile prima c'è; ma allo stesso tempo è comprensibile che Longo abbia preferito affidarsi a un veterano come De Silvestri (con oltre 300 partite in Serie A in carriera) per raggiungere la salvezza con un pizzico di esperienza in più.

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