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Torino, le lezioni da imparare: con i tifosi c’è un rapporto da ricostruire

Approfondimento / L’analisi degli errori commessi dalla dirigenza del Torino da inizio anno ad oggi. Quinto punto: il rapporto con i tifosi

Nicolò Muggianu

La stagione del Torino – prima dell’interruzione del campionato, si intende – è stata a dir poco al di sotto delle aspettative. Il progetto di inizio campionato era quello di migliorare il settimo posto dello scorso anno, oggi invece i granata si trovano a navigare pericolosamente in zona retrocessione a sole due lunghezze dal terz’ultimo posto. In occasione sosta prolungata del campionato ci pare doveroso chiederci cosa sia andato storto. Quali siano le ragioni del naufragio del progetto-Mazzarri prima e del progetto-Toro poi. Nei primi quattro punti di questo nostro approfondimento abbiamo parlato della gestione di un mercato estivo sicuramente discutibile, delle tempistiche del divorzio con Walter Mazzarri, dell’importanza del tempismo nelle cessioni dei giocatori e della questione Stadio Filadelfia.

CONTESTAZIONE - Il quinto capitolo che intendiamo affrontare è invece quello riguardante il rapporto tra società e tifosi. Un rapporto ormai deteriorato, dopo una stagione che dal punto di vista dei risultati sportivi è stato ben al di sotto delle premesse. Sono ormai lontanissimi i tempi in cui la Curva Maratona dedicava una lunga standing ovation a Walter Mazzarri per il campionato da record di punti dello scorso anno. In meno di dodici mesi, infatti, la situazione si è completamente capovolta: rottura definitiva con Mazzarri e cambio di guida tecnica tra il malcontento generale. Un malcontento diventato vera e propria contestazione, dapprima con i tanti striscioni appesi sul Filadelfia nel corso della prima metà di stagione e poi deflagrato in maniera definitiva dopo il 0-7 casalingo del 25 febbraio contro l'Atalanta (IL VIDEO).

PACE - Un prezzo pagato in maniera pressoché totale da Mazzarri, dimessosi una settimana dopo in seguito alla sconfitta del Via del Mare contro il Lecce (4-0). Anche dopo l'arrivo di Longo, però, le cose non sono cambiate. O meglio, senza più Mazzarri a cui appellarsi, i tifosi hanno continuato a protestare nei confronti della società e di Urbano Cairo, con alcuni striscioni apparsi nella notte tra il 19 ed il 20 febbraio in pieno centro a Torino (LEGGI QUI). In attesa di un finale di stagione che si pronostica tanto incerto quanto travagliato, dunque, spetterà alla società riprogrammare un progetto che sia in caso di entusiasmare i tifosi; da sempre il cuore pulsante della squadra.