“Il calendario è stato impegnativo, in 6 partite abbiamo affrontato 5 squadre che erano nelle prime 10 lo scorso anno. Credo che in alcune partite non ci sia stato l’atteggiamento giusto, ma ho visto passi avanti, soprattutto nell’ultima partita finita purtroppo col pareggio”. Così il presidente Urbano Cairo, intervenuto all’inaugurazione del Festival dello Sport di Trento, ha riassunto l’inizio di stagione del Torino. Un avvio complicato per i granata, con una vittoria all’attivo e la zona retrocessione a sole due lunghezze, che secondo il patron granata è stato segnato anche da decisioni arbitrali ingiustamente avverse. Il riferimento è in particolare al match contro la Lazio, chiuso sul 3-3 dal rigore trasformato da Cataldi nei minuti finali: “Tutti dicono che non fosse rigore – sottolinea Cairo – ma tanto coi torti arbitrali ci siamo abituati”. Parole che riportano al centro del dibattito l’operato della classe arbitrale, tema ricorrente negli ultimi anni in casa granata.

IL TEMA
Toro, Cairo riaccende il dibattito sugli arbitri: due gli episodi nel mirino
Il discusso rigore su Noslin
—A Roma, come già accennato, gli episodi chiave si sono concentrati negli ultimi minuti di gioco. Il Var è intervenuto prima sul gol di Coco, confermandolo dopo aver verificato la posizione di Maripan al momento del cross di Masina, e poi sull’intervento dello stesso ex Las Palmas nell’azione che ha portato al rigore per la Lazio. Una decisione, quella di Piccinini, arrivata dopo una lunga revisione al monitor: inizialmente l’arbitro aveva lasciato correre, salvo poi assegnare il penalty su indicazione della sala Var. La scelta ha scatenato proteste in campo e numerose discussioni nel post-partita. Coco si avventa su Noslin senza badare al pallone, ma si sono levate anche voci contrarie all’assegnazione del rigore. L’ex arbitro Gianpaolo Calvarese, su Tuttosport, ha sottolineato come da un’angolazione diversa “l’impatto appaia alto e minimo, con Noslin che cerca il contatto lasciando scivolare il piede d’appoggio”, aggiungendo che la decisione sarebbe stata più accettabile se presa direttamente in campo e non dopo l’on field review.
Prima l'episodio di Parma
—A parte il caso dell’Olimpico, il Torino è stato coinvolto in un altro episodio discusso. A Parma ha infatti fatto parlare il rigore concesso ai padroni di casa per il tocco di mano di Ismajli: per l’arbitro Collu il braccio dell’albanese era troppo largo e dunque punibile secondo l’attuale interpretazione del regolamento. Un giudizio che però non ha convinto Marco Baroni. “Quando un braccio non è proteso verso la palla, ma resta disteso lungo il corpo, come abbiamo già visto in molti altri casi del nostro campionato, non può essere fallo”, ha commentato il tecnico granata, esprimendo le sue perplessità sulla decisione. Baroni ha poi aggiunto un messaggio costruttivo: “Sono convinto che, piano piano, lavorando insieme agli altri, correggeremo queste situazioni nel rispetto del calcio e dello spettacolo per andare nella giusta direzione. Sono pronto a portare il mio contributo di esperienza, perché su questa regola ci sarà bisogno di una leggera modifica”. Anche in questo caso la valutazione arbitrale ha alimentato discussioni, ma la sensazione è che, oltre gli episodi, restino problemi più profondi da risolvere in seno al Toro per cambiare davvero la rotta della stagione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

