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Toro, l’unione fa la forza: lo spogliatoio è l’arma in più di Mazzarri

Approfondimento / Sorrisi, umiltà e spirito di sacrificio: la 'linea Mazzarri' per crescere ancora

Nicolò Muggianu

Reggina, Sampdoria e Napoli: tre squadre con storie, rose e ambizioni differenti. In comune un allenatore nel proprio passato: Walter Mazzarri, capace - con premesse totalmente diverse - di superare le previsioni sportive e di spingere le sue squadre oltre il propri limiti. In ordine: salvezza, Champions League e secondo posto in campionato. Traguardi raggiunti con duro lavoro sul campo, fatica e impegno profuso da parte di tutti i componenti della squadra: dal tecnico, ai titolari, fino all'ultimo giocatore della Primavera aggregato alla prima squadra.

I PRINCIPI - La forza del gruppo è la forza dei singoli. E non viceversa. Un traguardo verso il quale Mazzarri sta cercando di proiettare anche il suo Torino giorno dopo giorno. Anche per questo la scelta di lasciar partire Adem Ljajic. Una scelta fatta a malincuore, ma con assoluta cognizione di causa. Con un principio portante: le esigenze del gruppo vengono prima di quelle dei singoli. Una sorta di sistema di autodeterminazione collettivo: chi pensa al proprio bene prima di quello della squadra, di fatto, si autoesclude. Una presa di posizione netta, opinabile certo, ma pur sempre una presa di posizione. D'altronde, storicamente, quella della coesione dello spogliatoio è da sempre una delle armi in più delle squadre di Mazzarri. Cercare di trasmettere ai giocatori il vero e genuino spirito di squadra: lottare l'uno per l'altro per riuscire, tutti insieme, a superare i propri limiti.

AL LAVORO - Unione di intenti che Mazzarri chiede da tempo anche a stampa e tifosi: serve un clima tranquillo e positivo per ottenere risultati importanti. Da parte di tutto ciò che circonda la squadra: i giocatori devono poter lavorare con concentrazione ma senza ulteriori pressioni esterne, che non siano quelle già fisiologicamente previste dalle sfide del week end. L'obiettivo? Riuscire a far rendere al massimo (e oltre) le proprie possibilità i suoi giocatori, perché per raggiungere risultati importanti il lavoro ordinario non basta. Ed è questo che Mazzarri vuole, o meglio vorrebbe, dal suo Torino e che il tecnico di San Vincenzo sta cercando di costruire col tempo. A manifestare la sempre crescente coesione ed unità d'intenti dello spogliatoio i sorrisi e il clima disteso nel giorno delle 'foto di squadra' annuali, ma anche e soprattutto nello spirito di sacrificio visto dai cosiddetti 'titolari' e dalle presunte riserve negli allenamenti e al momento delle partite. Insomma: l'unione fa la forza e, almeno per il momento, lo spogliatoio granata sembra essere più coeso che mai.