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Toro, solo 3 gol stagionali: Baroni cerca soluzioni a Parma

Toro, solo 3 gol stagionali: Baroni cerca soluzioni a Parma - immagine 1
Casadei, Vlasic e Simeone gli unici a segno: servono le reti degli attaccanti per rialzarsi
Matteo Curreri

Numeri da retrocessione. Era infatti dalla stagione 2002-2003 che il Toro non partiva così male in campionato sul piano realizzativo. Allora, nelle prime quattro uscite, arrivò un solo gol: quello di Ferrante nella sconfitta di Modena per 2-1. Identico bottino di oggi, con l’unica rete firmata da Simeone all’Olimpico contro la Roma, stavolta però decisiva per portare a casa i tre punti. Quella stagione, invece, prese una piega drammatica: Camolese fu esonerato a ottobre e i granata a fine stagione retrocessero in Serie B. Quello attuale, invece, è un nuovo record negativo sotto la gestione Cairo: mai il Toro si era fermato a un solo gol dopo quattro giornate. Al massimo, nel 2014-2015, le reti erano state due (tutte nella vittoria a Cagliari per 1-2). Oggi  la squadra di Baroni si ritrova a fare i conti con una sterilità offensiva che la colloca come peggior attacco del campionato, insieme al Parma di Carlos Cuesta, prossimo avversario dei granata.

Il Toro non punge: dati e atteggiamento lo condannano

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Perché questa difficoltà a creare occasioni da gol? Anche i numeri sugli xG non fanno sorridere: 0.38 contro il Modena, 0.94 con l’Inter, 1.02 con la Fiorentina, 0.65 con la Roma, 1.19 con l’Atalanta e 1.99, massimo stagionale, con il Pisa. Troppo poco dopo sei gare ufficiali e oltre cento giorni di lavoro con lo stesso tecnico. Baroni, da luglio in poi, ha cambiato più volte assetto tattico nel tentativo di trovare equilibrio, passando dal 4-2-3-1 al 4-3-3 e ora al 3-4-3. Una ricerca che, però, ha finito per generare confusione e poche azioni codificate degne di nota. A pesare, come rimarcato dallo stesso allenatore, è anche l’atteggiamento di una squadra che spesso esce mentalmente dalle partite, incapace di mettere in discussione il risultato quando l’avversario prende subito il sopravvento, come accaduto contro Inter e Atalanta. Mancano precisione, fluidità offensiva e, soprattutto, la forza mentale per incidere.

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Tra egoismi e nuove soluzioni offensive

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Dopo la sfida con il Pisa, Baroni ha parlato di un certo egoismo da parte di alcuni giocatori: “Fa parte della crescita mentale che dobbiamo fare – ha spiegato poi in conferenza stampa pre Parma – in alcuni frangenti, soprattutto vicino all’area, c’è stata troppa frenesia e qualche personalismo. Dobbiamo lavorare di squadra”. Un concetto che si lega all’energia e alla ferocia richieste dal tecnico sia in pressione che in zona gol. Il riferimento era anche a singoli come Ngonge, che Baroni considera una punta a tutti gli effetti ed è convinto possa dare molto di più. Il belga rappresenta il simbolo di un gioco che in estate si era pensato soprattutto sugli esterni, ma che ora può svilupparsi più dentro al campo. Il tecnico ha infatti provato, nell'amichevole di venerdì con il Settimo, Vlasic dietro le due punte. Duvan Zapata ha segnato nel 3-0 rifilato alla formazione di Eccellenza e ora è atteso al meglio della condizione per dare peso all’attacco. Finora infatti hanno trovato la via del gol due centrocampisti o trequartisti come Casadei e Vlasic, mentre l'unica rete messa a segno da un attaccante è quella di Giovanni Simeone all'Olimpico, tutti in vittorie per 1-0. Ora l'opportunità rappresentata dal Parma, dove Baroni probabilmente riproporrà ancora il tridente. Il match del Tardini sarà una ripartenza o la conferma di un attacco che non punge?