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I casi Vlahovic e Belotti: così Fiorentina e Torino finiscono spalle al muro

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Nonostante le importanti offerte di rinnovo ricevute dalle rispettive società, il numero 9 viola e quello granata non hanno ancora firmato

Gianluca Sartori

Le situazioni che vivono Torino e Fiorentina sono per certi versi simili. Sono due gloriose e tradizionali società del calcio italiano che stanno cercando di rinascere dopo un paio di stagioni difficili e che si trovano entrambe in casa una questione non facile da gestire: quella relativa al futuro del bomber, il giocatore più importante della squadra, nel momento in cui si avvicina la scadenza del contratto. Vlahovic per la Fiorentina e Belotti per il Torino sono ormai due note dolenti.

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DIFFERENZE – Ovviamente le due situazioni non sono del tutto uguali: Belotti è un giocatore di 28 anni fatto e finito e ha sei stagioni in doppia cifra in Serie A alle spalle, Vlahovic è un diamante di 21 anni che ha segnato 21 reti l’anno scorso e può crescere ancora. Per questi motivi, mercato e prospettive dei due giocatori sono ben diverse, rendendo il serbo della Fiorentina più appetibile agli occhi dei grandi club. Ad accomunare le due situazioni è il fatto che entrambi i giocatori hanno sino ad oggi rifiutato una ricca offerta di rinnovo di contratto: i presidenti, Cairo e Commisso, hanno effettuato proposte importanti che per ora sono andate a vuoto.

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GESTIONE DIVERSA – Un dettaglio non certo irrilevante che scava una certa differenza tra le due situazioni è il fatto che il contratto di Belotti col Torino scade nel 2022, quello di Vlahovic nel 2023. Il Torino vede insomma farsi sempre più concreto lo scenario che vedrebbe il Gallo partire a parametro zero il prossimo giugno, a meno di venderlo – a cifre nettamente inferiori rispetto al valore di mercato – a gennaio. Commisso, invece, ha più tempo a disposizione per spuntare un buon prezzo di vendita. Forse proprio a questo sono legate anche due gestioni diverse. Cairo ha sempre limitato le dichiarazioni pubbliche sul tema, un po’ per correttezza e un po’ per non destabilizzare l’ambiente, temporeggiando forse troppo. Dal canto suo Commisso ha emesso ieri – a 21 mesi da fine contratto – una nota apposita per comunicare ai suoi tifosi che Vlahovic ha rifiutato l’offerta di rinnovo. Una mossa spregiudicata e rischiosa che però potrebbe avere l’effetto di “sbloccare” la situazione in tempi brevi, anche grazie alla pressione dell’opinione pubblica, evitando la partenza del giocatore a parametro zero, quello che può succedere al Torino con Belotti.

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IL POTERE AI GIOCATORI – Morale della favola: queste due vicende (che non sono certo le uniche di questo tipo) fanno capire che nel calcio di oggi sono i giocatori e gli agenti ad avere il coltello dalla parte del manico. Ecco allora che va sempre più di moda l’idea di arrivare a parametro zero per muoversi col cartellino in mano e ottenere contratti migliorativi sia per il giocatore che per l’agente, un comportamento legittimo ma fortemente in antitesi con qualsiasi concetto di riconoscenza. Le società hanno sempre meno potere negoziale ed è forse un tema che andrebbe analizzato a livello europeo e mondiale.

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