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Il calciomercato ai tempi del Covid: pochi investono e anche il Toro ci rimette

Focus / Vagnati aveva piazzato tre colpi in breve tempo quando ancora il mercato era chiuso, ora però ci sono difficoltà nel piazzare giocatori in uscita

Roberto Ugliono

È un calciomercato attento e oculato. Per il Torino e per ogni società calcistica. Il Covid, come ben si sa, ha avuto effetti negativi sull'economia globale e anche il mondo del calcio ne sta risentendo. In questa sessione di mercato anche le squadre più "spendaccione" hanno dovuto rivedere il proprio budget; unica eccezione il Chelsea di Roman Abramovic, reduce però da due sessioni di mercato senza acquisti. Basta guardare in Italia per capire al meglio. La Juventus sta cercando in tutti i modi di abbassare il monte ingaggi e non sta facendo spese particolarmente esorbitanti. L'Inter ha annunciato pubblicamente che farà un mercato al risparmio, cercando i profili migliori ai prezzi migliori (Kolarov è un esempio delle trattative che stanno portando avanti). Anche i nerazzurri stanno cercando di smaltire il proprio monte ingaggi, ma senza fare regali, una tendenza comune a tutti.

CASA TORO - In casa granata la situazione non è molto diversa. Tutto o quasi dipende dalle uscite e questo non vuol dire che si vuole svalutare ciò che si ha in rosa. Per Lyanco, ad esempio, il Torino continuerà a non accettare meno di 12-15 milioni, altrimenti si rischierebbe di svalutare un giocatore che ha grande potenziale. Discorso simile anche per Izzo, che non si può "svendere" a meno di 20-25 milioni. E il Toro, infatti, non vuole regalarli. Il problema è che questa situazione accomuna un po' tutti i club europei: come l'Arsenal, che al momento non sembra avere intenzione di abbassare troppo le pretese per Torreira, per il quale ci vorranno almeno 25-30 milioni. Vagnati era stato bravo a regalare subito tre giocatori a Giampaolo, di cui due importanti anche per essere già stati allenati dal tecnico di Giulianova. In quel momento scatenò l'entusiasmo della piazza non solo per la celerità nella chiusura degli affari e per i prezzi economici a cui aveva portato in granata Rodriguez, Linetty e Vojvoda, ma soprattutto perché il Torino era l'unica società attiva sul mercato. Poi, dopo Vojvoda, calma piatta. Ma d'altronde Vagnati l'aveva già preannunciato. Piano con gli entusiasmi, perché quello al tempo del Covid sarà un mercato complicato per tutti. Girano pochi soldi e serve spenderli bene. Per ora il Toro ne ha spesi e per poter piazzare il colpo da novanta ha bisogno anche di vendere, ma non di svendere.