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L'ultimo spunto di riflessione riguarda la continuità e quel tallone d'Achille con cui Tino Anjorin ha dovuto imparare a convivere: gli infortuni. L'inglese ha iniziato un calvario poco dopo il debutto in Premier League a marzo 2020. Due settimane dopo inizia la pandemia e nel lockdown ad Anjorin viene data una preparazione che poi si sarebbe rivelata deleteria: l'inglese perde 10 kg, aumenta il carico di corsa ma perde troppa massa muscolare sul quadricipite e finisce per strapparlo quasi completamente, come raccontato da lui stesso. Da quel momento si aggiungono altri problemi, alcuni correlati e altri non, ma tutti fastidiosi: infortunio al metatarso nel prestito al Lokomotiv Mosca, intervento chirurgico alla caviglia durante il periodo all'Huddersfield. Nella stagione 2023-2024, al Portsmouth, un duro stop: "Stava appena iniziando ad andare bene, quando il mio tendine del ginocchio si è staccato quasi completamente dall'osso, ne è rimasto attaccato il 5%. Non la gestivo affatto bene, nessuno poteva parlarmi". Da quel momento un lavoro importante sulla salute mentale, dopo tre anni difficili che l'avevano messa a dura prova. Arrivato all'Empoli, la priorità di Anjorin è stata dichiaratamente una: trovare continuità, riuscire a stare bene e giocare. L'intento è riuscito in larga parte, salvo una ricaduta con una lesione di basso grado al flessore della coscia destra costata 12 partite d'assenza. La cronaca infortuni di Anjorin impone quindi cautela come dimostra l'entità dello stop all'Empoli ed è da considerare nell'economia di un campionato.

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