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Su Giaccherini, Rolando Bianchi e l’odio da tastiera

Penna Capitale / La nuova rubrica del nostro Lorenzo Bonansea: 9 anni fa Rolando Bianchi approdò al Torino dopo il gran rifiuto di 7 mesi prima. E anche allora i tifosi non si risparmiarono

Lorenzo Bonansea

"Prima regola: "fare attenzione a chi si odia", sempre. Leggendo e soppesando la quantità d'odio e di hating da tastiera scoppiato in rete (e non solo) dopo le parole dell'agente di Giaccherini di qualche giorno fa (clicca qui per rileggerle), penso che parte del mondo granata abbia qualche problema di coerenza interna. E di memoria, persino di quella che riguarda uno dei simboli - per molti, non per tutti - dell'ultimo decennio di Toro, il capitano più amato dell'era Cairo. Perché io sono sicuro, davvero, che tutti voi ve lo ricordate bene Rolando Bianchi. Ma forse, e temo di essere anche qui abbastanza sicuro, molti rammentano meno i fatti del gennaio 2008 e quelli dell'agosto 2009. O meglio: questi hanno poca convenienza a farlo.

"Dopo aver letto attentamente le parole dell'agente di Giaccherini e il mare di flame scatenatosi in rete, l'onestà intellettuale a volte sopita (ma non questa volta!) mi ha accompagnato in un flashback lungo quasi 10 anni, arrivando a quell'inverno 2008 e al gran rifiuto di Rolando Bianchi, che ormai prossimo al Torino (con tanto di presunta stretta di mano a Cairo in data 22 gennaio), firma per la Lazio il giorno seguente, mandando giustamente su tutte le furie il mondo granata, che già pregustava il colpaccio dal City.

 Torino-Catania

"La rabbia si condensa in quel famoso Torino-Lazio 0-0, nel quale Bianchi si fa espellere dopo appena 5' dal suo ingresso in campo per la bordata di fischi che accompagna ogni suo movimento. Esattamente 7 mesi più tardi, il 23 agosto 2008, Bianchi firma per il Torino - diventandone poi capitano e bandiera per 5 stagioni. Eppure, l'odio e il rancore di quei primi 7 mesi di 2008 per il gran rifiuto di Rolando Bianchi furono sentimenti violenti e universalmente accettati da tifosi e addetti ai lavori come "giustificati", che allora pochi (nessuno?) potevano immaginare che si sarebbero tramutati in amore incondizionato una manciata di lune più avanti. Ma questo è lo strano del calcio, è l'ignoto del domani - di quello che è prima e che poi si tramuta nell'opposto nella liquida forma mentis del tifoso medio.

"Ora, con questo breve ma spero intenso ragionamento non si vuol dire che Giaccherini - semmai arrivasse davvero al Torino (posto che non vi è nulla di concreto al momento) possa fare lo stesso excursus di Rolando Bianchi, né che il Toro debba prendere in considerazione il suo acquisto visto lo smacco dell'anno scorso, ma più che altro mira ad estendere la riflessione sulla retromarcia - un anno dopo il rifiuto a favore del Napoli - dell'ala italiana  ad un contesto più ampio e coerente.

"Un contesto dove si tenga conto del passato, di quel caso Rolando Bianchi in particolare, per risultare meno incoerenti nel presente e soprattutto in un ipotetico futuro, nel quale - di nuovo - i tifosi granata potrebbero gioire per un gol di qualcuno che qualche mese prima si è insultato e fischiato con la presunzione di essere nel giusto. Ma nel giusto, davvero - non lo si è mai. Perché allora, se Giaccherini verrà mai al Toro, mi auguro di non vedere nemmeno una bandiera sventolare ad un suo gol: perché se s'insulta, lo si fa con coerenza, e questa non ammette eccezioni. Anche se, ricordando quel Torino-Lecce 3-0 e la Maratona in visibilio dopo il primo gol in granata di Bianchi, temo di sapere come potrebbe andare a finire. Anche questa volta.