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A far scricchiolare il pavimento sotto i piedi dei sostenitori è anche il dubbio (ogni giorno più concreto) che i soldi in arrivo per Buongiorno e (speriamo davvero) per Ilic possano essere reinvestiti in fretta e bene per fare una squadra dalle ambizioni europee. Come gli ultimi venti anni insegnano, senza un vero sistema di scouting e senza professionisti capaci di andare a pescare veri talenti da trasformare in affari (Pongracic, chi era costui?) ci si può solo arrabattare tra mediocri pedatori e giovani promesse non mantenute, di cui il Toro ha fatto una splendida e costosissima collezione. Ad aggiungere sale sulle ferite c'è la constatazione che il Toro, ormai fuori dai radar europei, è una destinazione di ripiego e non certo una squadra capace di attrarre giocatori in rampa di lancio. Altro segnale pericoloso è il tentativo di normalizzazione della contestazione dilagante, che appare e scompare a seconda di quale fonte d'informazione si legga.
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I tifosi al Fila hanno fatto capire senza ombra di dubbio il loro malcontento e la loro rabbia. Ignorarli, ignorare le loro proteste o, peggio, eliminarle con un patetico photoshop giornalistico è l'errore più grave che si possa fare. Le loro istanze sono giustificate e le loro critiche fondate. L'unica via è quella di un dialogo costruttivo e speriamo che il nuovo allenatore possa fare da tramite. Vanoli sembra infatti in questo momento l'unica nota positiva ed ha fatto i passi giusti e doverosi andando a Superga e aprendo il Fila. Il consiglio è ora di contattare Pupi e andare con lui a Grugliasco, per una visita guidata che varrebbe più di quanto può immaginare. Vedremo se continuerà sulla buona strada anche reclamando rinforzi di qualità per ricambiare lo slancio dei tifosi che, nonostante tutto, hanno fatto segnare una quota record di abbonamenti. Nell'attesa, meglio preparare i sacchi di sabbia.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.
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