Il Granata della porta accanto

L’ Accontentatore

L’ Accontentatore - immagine 1
Il Granata della Porta Accanto/ Il nostro presidente si è messo una mano sulla coscienza ed ha fieramente girato la testa dall'altra parte per sfuggire alla diabolica trappola di chi vorrebbe un Toro grande, un Toro forte
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Quando credi di conoscere una persona e ti accorgi di colpo che in realtà non l'avevi mai compresa è uno dei momenti più destabilizzanti della vita. Ti senti come se avessi sempre sbagliato tutto, non avessi davvero capito nulla di chi avevi davanti o più semplicemente avessi sempre girato con le fette di prosciutto sugli occhi. Prendi ad esempio il presidente Cairo. Vent'anni a descriverlo come un anafetttivo, distaccato, parsimonioso e col vizio di mistificare la realtà e poi di colpo l'illuminazione che ti mostra una realtà completamente diversa da quella che pensavi di aver capito: vende Ricci al Milan e dichiara quello che avremmo dovuto capire tutti da tempo immemore se solo ci fossimo sporti leggermente oltre quello sdegno ormai talmente radicato che proviamo per ogni cosa che fa o dice. "Ho accontentato il giocatore" dichiara ed eccola la cruda realtà sbattuta in faccia come un pugno di Mike Tyson in un caldissimo pomeriggio di inizio luglio. Eccola l'illuminazione che sconfessa tutto quello in cui pensavamo di credere!

Non c'entrano, infatti, le plusvalenze, non c'entra la mancanza di volontà di costruire mattone su mattone una squadra forte e non c'entra neppure l'idiosincrasia a costruire un progetto davvero granata. Niente affatto, abbiamo sempre guardato il dito mentre lui ci indicava la luna. La verità è una ed una sola. Il nostro (amato dal 75% dei tifosi) presidente ha una missione che al tempo stesso è una vocazione perché in essa egli si offre completamente agli altri: è un Accontentatore! Ma certo, come abbiamo fatto a non capirlo prima? Come abbiamo fatto a non vedere quale gesto di filantropia estrema risiede nel cedere sistematicamente tutti i giocatori che pare vogliano andare via, quale coerenza ci sia nel non tentare nemmeno di provare a mettere i bastoni fra le ruote a questi ragazzi il cui desiderio più grande è quello di essere accontentati. Non c'è aumento di stipendio che tenga, e non c'è nemmeno bisogno di far finta che da questo lato ci sia interesse a trattenere il giocatore, chiunque egli sia. L' Accontentatore è una figura superiore, è più di un ruolo, è più di un mestiere ed è più di un impegno. È dedicare la vita alla soddisfazione altrui rinunciando alla propria (e a quella di un milione di tifosi granata che, forse, da oggi, dopo queste mie parole vedranno la cosa sotto un' altra luce) ma è soprattutto una lotta continua nel cercare di stare alla larga dalle tentazioni: sarebbe stato facile, infatti, per Cairo cascare nel tranello di trattenere, ad esempio, Bremer e Buongiorno e provare a formare con Schuurs (ante infortunio, ovviamente) un trio di difensori tra i più forti in Europa. Eppure il nostro presidente, per non venire meno alla sua vocazione di Accontentatore, si è messo una mano sulla coscienza ed ha fieramente girato la testa dall'altra parte per sfuggire alla diabolica trappola di chi vorrebbe un Toro grande, un Toro forte.

LEGGI ANCHE: La foglia di fico

Nella sua mente sarà balenata per un attimo quest'immagine drammatica di tutti questi potenziali campioni bloccati e rapiti dal Torino FC e quindi tristi per non poter spiccare il volo verso altri più vincenti lidi perché costretti a ridursi a provare a vincere con il Torino. Non sia mai! E infatti l'Accontentatore sa andare oltre queste pulsioni terrene perché il suo fine ultimo è alto, è nobile ed è aulico. L'ultimo calciatore in ordine cronologico a cui il presidente ha fatto il dono della libertà è stato appunto Ricci, scampando ed evitando come la peste il rischio di trattenerlo per andare a formare una coppia potenzialmente importante di centrocampisti con Casadei, sul quale peraltro è facile immaginare che gli occhi dell'Accontentatore si siano già posati sopra per soddisfare, in un futuro molto prossimo questo impulso naturale sempre teso a salvaguardare i sogni di ogni calciatore professionista a cui capiti di vestire la maglia granata. Una menzione d'onore quindi per Cairo che come un novello Bruce Wayne veste da anni parallelamente, e ormai neanche più segretamente, i panni di un simil Batman che accorre ove c'è desiderio di "calcio che conta" liberando ogni calciatore che corra seriamente il rischio di non vedersi né realizzato, né ricco. Una nota di demerito invece a noi tifosi del Torino che egoisticamente abbiamo sempre guardato al nostro piccolo orticello vagheggiando di resurrezioni e futuri rosei, fregandocene totalmente delle aspirazioni di buona parte dei calciatori che vestono la nostra maglia in nome di un vetusto ideale che si chiama bandiera. Che brutte persone siamo... Meno male che Urbano l"Accontentatore c'è ed è sempre pronto a rimettere tutte le cose al proprio posto per sostenere con convinzione l'ineluttabile avanzata del calcio business moderno. Peccato solo aver scoperto solo ora questo super potere del presidente: ci saremmo risparmiati decenni di bruciore di stomaco...

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.