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Ma ci sono troppi se e far coincidere tante variabili positive è sì parte del compito fondamentale di Juric, ma anche esercizio esposto ad un numero illimitato di influssi esogeni difficilmente controllabili. Ci vorrebbero più certezze. Dopo la partita con la Roma mi ero illuso che una sorta di "spina dorsale" solida il Toro finalmente ce l'avesse: un centravanti che fa reparto da solo (Zapata), un centrocampista completo (Ilic) ed un difensore centrale trascinatore (Buongiorno) al netto della mancanza di un portiere affidabile. Non dico che fossi uscito dallo stadio pensando di avere quella che era l'idea di squadra perfetta che aveva il grandissimo Paron Nereo Rocco (cit."un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un mona che segna e sette asini che corrono") ma la mia sensazione era, portiere a parte, un po' quella. Però poi a Roma Buongiorno si è fatto male, e starà fuori per un mesetto, Zapata non ha retto due partite intere consecutive, Ilic è subentrato senza apportare nulla in termini di qualità e di leadership e il portiere ha continuato a non parare tutto. Difficile così, anche solo per gli standard di Nereo Rocco, sperare di fare grandi imprese.
E allora occorre rifugiarsi nuovamente nelle scorte dei se e sperare che Sazonov (che a me è piaciuto alla sua prima assoluta in maglia granata) si confermi solido e tosto contro il Verona, che Rodriguez e Schuurs vengano preservati dalla dea bendata e non si facciano mai male, che Ricci torni il giocatore in rampa di lancio per cui Sarri stravedeva quest'estate e che Soppy si riveli più consistente di quel poco, veramente troppo poco, che ha fatto vedere nello scampolo di partita contro Immobile e compagni. Una vittoria con il Verona ci terrebbe in linea di galleggiamento col campionato che vogliamo fare: stare a ridosso delle prime sette recitando il rosario dei se…
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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