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Torino, tutte le cose che mancano per l’Europa

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Al Torino mancano ancora troppe cose, sotto tanti punti di vista, per poter puntare alle prime sette posizioni
Gianluca Sartori Direttore 

La gara di Parma ha sostanzialmente confermato che in casa Torino non si può parlare seriamente di Europa per quanto riguarda la stagione in corso. Come ha giustamente detto Cristiano Biraghi dopo la gara di Monza, non si diventa competitivi a quei livelli da un giorno all’altro. Il Torino, per il girone di ritorno che sta facendo, è sulla strada giusta per un processo di crescita costruttivo, ma mancano ancora troppe cose, sotto tanti punti di vista, per poter puntare alle prime sette posizioni (e dire che bastava arrivare ottavi nel 2022-2023 e nel 2023-2024, ma nemmeno in quei casi il Torino ci è riuscito).

Procedendo in ordine sparso, manca anzitutto la mentalità, quella caratteristica che ti fa sfruttare le occasioni (e non è un caso se le tre vittorie di fila mancano da sei anni). Al Tardini il Toro ha avuto la partita in mano ma l’ha data per scontata troppo facilmente: per questo l’approccio del Parma all’inizio del secondo tempo è stato migliore, per questo i granata non sono riusciti a tenere il secondo vantaggio, che era arrivato al momento giusto. Manca sicuramente anche qualcosa dal punto di vista tecnico. Nell’undici titolare i margini di miglioramento sono in difesa, sicuramente a destra (Walukiewicz è un laterale adattato, Pedersen fa troppo poco per smentire chi non lo vede all’altezza della Serie A) e forse al centro (Coco appare sempre più confusionario e impacciato). Va poi alzata la qualità di diverse seconde linee.

Infine, anche Vanoli può migliorare. Come è comprensibile al primo anno di Serie A, ogni tanto sembra difettare in qualche lettura a gara in corso (forse l’abilità più difficile da maturare per un allenatore, nonché quella che si può affinare solo col tempo). Beninteso, è gran parte merito suo se il Torino non deve lottare per salvarsi e ha ampiamente passato l’esame del noviziato. Giusto ritenerlo un allenatore con cui si può costruire qualcosa. Ma, come tutti, anche lui può migliorare.