Torna l'appuntamento con "Prima che sia troppo Tardy", la rubrica a cura di Enrico Tardy
I nostri eroi per la seconda volta in stagione "salvano" la gara nei minuti finali della partita invertendo una tendenza cronica ad essere raggiunti o superati ad un passo dal triplice fischio. Eccellente prova di squadra densa di concentrazione, intensità e determinazione, su un terreno di gioco che ricordava il Cibali degli anni 80'. Come allora, i controlli di palla erano difficili per entrambe le squadre, dunque niente scuse. Possiamo dire di aver rivisto una squadra compatta e seria, in uno stadio finalmente pieno. Sul piano del gioco e dei dati statistici la fase offensiva rimane quella che ci crea maggiori difficoltà, ma non c'è dubbio che l'arrivo di Duvan ha apportato un miglioramento complessivo.
Io che ho visto Ramallo, Ipoua e Marcao tutti centroavanti di colore di inestimabile valore (rima involontaria), non posso non apprezzare Duvan che per nostra buona sorte nulla ha in comune con costoro. I nostri trequartisti rimangono ancora dei potenziali calciatori sui quali fare affidamento, comunque anche se non brillanti hanno dato il loro apporto. Molto buona la gara di Tameze che si candida a ruolo di tuttofare dotato di grande corsa ed ordine.
Nella retroguardia si sono applicati tutti con grande volontà, il portiere rimane talvolta un punto interrogativo spesso punto esclamativo... Sul tiro di Lukaku del primo tempo si trovava a metà area non si capisce a fare cosa, sul gol poi si è buttato con anticipo sulla destra mentre il tiro era in mezzo alla porta. Per la serie "il senso della posizione questo sconosciuto". Comunque se il loro gol è stato frutto di una serie di pasticci e rimpalli il risultato è obiettivamente giusto.
Come già contro la Salernitana ho notato che quello che era lo sbandamento di fine partita ora lo abbiamo nella fase centrale della gara salvo poi riprenderci nel finale. Il calcio, in certe coincidenze, è veramente inspiegabile. Tentare di renderlo "scienza esatta" sul modello dei maniaci degli schemi è veramente buffo. Chi ha i calciatori più bravi di solito vince, gli altri provano a migliorarsi per competere, ma il verificarsi di alcune circostanze rimane un enigma. Il lato umano viene spesso trascurato quasi si trattasse della playstation mentre in realtà oltre a fattori tecnici esistono sensazioni, emozioni, debolezze che incidono non poco. E citando Shakespeare: uomini forti per destini forti. Non c'è altra strada.