Nuovo appuntamento con "Granata dall'Europa", la rubrica su Toro News di Michele Cercone
Il punto ottenuto sul campo della Fiorentina si presta a più valutazioni. Da un lato si potrebbe dire che il Toro per una volta ha goduto di un regalo -confezionato dalla difesa Viola e scartato da Gineitis - che permette di mantenere la linea di galleggiamento in vista della salvezza. Dall'altro lato viene però da pensare che il regalo ai toscani lo abbia fatto il Toro. L'incapacità della Fiorentina di portare a casa una vittoria che sembrava scontata, mostra chiaramente tutti i limiti di una squadra che ha perso punti di riferimento e naviga ormai in un pericoloso groviglio di contraddizioni tecnico-tattiche. Si può quindi pensare che a fare il regalo sia stato la compagine granata e che senza l'espulsione ingenua di Dembélé gli uomini di Vanoli avrebbero potuto approfittare del momento di confusione dei Viola, portando a casa qualcosa di più del punticino strappato in extremis. Quello che la gara di oggi conferma è comunque che Vanoli e i suoi ragazzi meritano rinforzi adeguati. Le rimonte con l'Udinese, nel derby e in 10 con la Viola provano che la voglia, l'impegno e il sudore non stanno mancando.
Anche il cambio di modulo introdotto dal mister è una buona prova di maturità per un allenatore che non si era mai confrontato prima con la serie A. A fronte del ritrovato approccio del mister e dei giocatori, si erge il fragoroso silenzio della società, ancora al palo e incapace di definire una strategia efficace sul mercato. Man mano che (come da copione) i rumors iniziati con nomi decenti vanno man mano adeguandosi alla cifra mediocre della società, i tempi continuano ad allungarsi nella ormai biblica ricerca di profili a basso costo. Nonostante i lauti incassi del mercato estivo, la società ha deciso di stanziare poche risorse a gennaio, e non sembra percepire l'assoluta necessità di rafforzare una rosa che, al di la' della buona volontà, mostra gravi lacune in termini di leadership e qualità. L'inazione della società ad oltre 100 giorni dall'infortunio di Zapata non ha scusanti e fa bene Vanoli a spingere su questo tasto.
Non saranno certo le richieste del mister o le aspre critiche dei tifosi a fare aprire il portafogli, ma è sacrosanto che quello che l'assurda manfrina sotto gli occhi di tutti sia costantemente messa in risalto per eliminare ogni alibi. Se l'inattività sul mercato, e la decisione di non stanziare risorse per i rinforzi sono le modalità con cui provare a ricucire un rapporto ormai deteriorato con la tifoseria, si può dire con certezza che ancora una volta la società ha scelto la strada più sbagliata possibile. Le recenti prestazioni della squadra fanno sentire ancor di più i rimpianti per l'assenza di Zapata con il quale forse Vanoli avrebbe potuto avviare un percorso di crescita più strutturato. L'infortunio di Duvan ha invece messo impietosamente a nudo tutti i limiti del mercato estivo, obbligando Vanoli a fare fuoco con la poca legna a disposizione.
Nonostante le difficoltà, Il mister ha tracciato una nuova rotta, più convincente della precedente, e sembra davvero aver trasmesso alla squadra convinzione e determinazione. Tuttavia, senza 2-3 innesti di qualità la strada verso la salvezza rimane in salita. Il mister e' stato chiaro su quello che si aspetta; resta da vedere quali siano adesso le intenzioni della società (anche se i passati 20 anni di mercato invernale del Torino FC non lasciano ben sperare). Quello che invece è chiaro è che le strategie di mercato a cui abbiamo assistito negli ultimi anni sono inefficaci e controproducenti. Le squadre si preparano in estate, si mettono a disposizione dell'allenatore in tempo utile per la preparazione estiva, e si strutturano attorno alla copertura di ogni ruolo con due potenziali titolari.