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Il Torino dice addio a Bava: un ciclo di successi indelebili che non si chiude bene

Il Torino dice addio a Bava: un ciclo di successi indelebili che non si chiude bene

Bava per questa società e per la storia del Toro ha dato tutto, con rispetto per tutti e senza mai distogliersi un secondo dal lavoro

Roberto Ugliono

Il Torino con l'addio di Massimo Bava perde uno dei dirigenti che meglio hanno lavorato nell'era Cairo. Era nell'aria da giorni l'addio del responsabile del settore giovanile sotto la cui gestione sono arrivati un campionato Primavera, due Supercoppe Primavera, una Coppa Italia Primavera e due campionati Berretti. Ma non solo. Massimo Bava per il Torino non è stato solamente i trofei, che rappresentano gioie passeggere. È stato di più. Ha saputo ricreare un settore giovanile in grado di portare i giocatori del Torino al professionismo e qualcuno di loro si è anche affacciato alla prima squadra (basta pensare a Barreca, Bonifazi e Buongiorno), molti sono tra Serie A e Serie B. Segni tangibili di un lavoro ben svolto che ha portato il Torino tra i migliori vivai d'Italia con mezzi non paragonabili a quelli di altri club. Poi l'ultimo biennio non felice, che ha portato al divorzio annunciato ufficialmente oggi.

SERIETÀ E PROFESSIONALITÀ - Un lavoro svolto con dedizione e con amore profondo per il Torino, per nove lunghi anni. Bava per questa società e per la storia del Toro ha dato tutto, con rispetto per tutti e senza mai distogliersi un secondo dal lavoro. Ha dimostrato di essere un professionista serio, che è partito dai dilettanti per arrivare a vestire anche i panni del direttore sportivo di Serie A. Questo è stato il momento più alto per Bava ma a posteriori ha segnato anche l'inizio della fine della sua avventura al Torino. La stagione disgraziata della squadra tra il 2019 e il 2020 ha portato Cairo a nominare Vagnati nella primavera del 2020, riportando Bava al ruolo di responsabile del settore giovanile. E la convivenza con il dirigente genovese è stata complicata fin da subito: non c'è mai stata piena sinergia ed era nell'aria che questa situazione dovesse dirimersi in un senso o nell'altro quest'estate. Il Torino ha congedato Bava, tra l'altro, con un comunicato piuttosto aspro: "Nove stagioni dove grazie al contributo di tutti si sono anche raggiunti ottimi risultati". Dove la parola "anche" finisce per mettere in luce soprattutto le difficoltà dell'ultimo biennio.

ROBALDO - E pensare che fosse stato per Bava, avrebbe affrontato anche questa stagione al massimo. Come sempre. Gli obiettivi erano chiari: rinforzare tutte le annate per non dover avere un'altra annata complicata come l'ultima a livello di settore giovanile. E poi c'era il progetto più importante, quello del Robaldo. Il suo progetto, che però non verrà inaugurato da lui. Per consegnare al Torino una propria cittadella per le giovanili, Bava ha lavorato 6 anni e ora i lavori sembrano a un passo dalla realizzazione. Saranno altri a completare il lavoro che lui ha portato avanti tra mille difficoltà, ma Bava resterà tra i primi ideatori e promotori del progetto. Forse dover abbandonare questo sogno, ora che il via dei lavori è vicino, è la ferita più grande per la persona Bava. Ma il Torino e i giovani del Torino dovranno essergliene grati per sempre. Così come lo sono tutti i giovani che ora sono calciatori professionisti.