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Torino Primavera, Fioratti centra la salvezza: appartenenza e unione le chiavi

Torino Primavera, Fioratti centra la salvezza: appartenenza e unione le chiavi - immagine 1
Fioratti compie la sua missione: l'arrivo sulla panchina della Primavera nel momento più difficile, l'importanza dei valori del Toro e una salvezza raggiunta in tranquillità
Irene Nicola
Irene Nicola Redattore 

Sono bastate quattro panchine a Christian Fioratti per ridare al Torino Primavera quel mordente perso da metà dicembre a metà marzo e per scacciare quegli spauracchi legati a un pericoloso avvicinamento alla zona playout. A Bogliasco, in un campo che negli anni non sempre è stato favorevole, il Toro ha finalmente chiuso il discorso salvezza battendo la Sampdoria. Non era con ogni probabilità l'obiettivo immaginato dai granata a inizio stagione, ma lo è diventato nel momento più difficile, culminato con l'esonero di Tufano. La lotta salvezza poteva quindi essere impegnativa e faticosa, soprattutto a livello mentale. Non lo è stata però da quando Fioratti ha messo piede sulla panchina del Toro, come dimostrano i risultati ma prima ancora le prestazioni.

Torino Primavera, missione compiuta per Fioratti: la svolta parte da lui

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La missione di Fioratti è compiuta. Il tecnico granata ha abbracciato la panchina della Primavera con grande entusiasmo, consapevole dell'opportunità datagli da Ludergnani in un momento cruciale della stagione. Un'occasione che Fioratti aspettava da tempo, lui che è cresciuto nel Settore giovanile granata e che da 13 anni si occupa di formare le nuove leve avendo girato tutte le categorie. Le prime parole da tecnico del Toro erano state un'iniezione di granatismo: "Io ho questo senso di appartenenza che vorrei che capissero e applicassero in campo anche i ragazzi. Mi vengono in mente le parole di Mondonico, che diceva che essere del Toro è una cosa, ma essere da Toro è un'altra cosa. Io vorrei avere dei ragazzi da Toro". A tal proposito, Fioratti è un allenatore da Toro. Il tecnico aveva gli occhi lucidi quando raccontava l'emozione di essere stato chiamato per la Primavera e ha vissuto ogni vittoria portata a casa con l'entusiasmo di un bambino, come se in campo fosse sceso anche lui. Il gruppo poi lo ha seguito in tutto per tutto, rialzandosi dalle ceneri di tre mesi difficili. Qualcosa a un certo punto si era rotto tra dicembre e marzo e una squadra che aveva sempre avuto un'identità chiara si era persa. Il cambio della guida ha dato modo però di ripartire da zero.

Torino Primavera, Fioratti porta in granata unione d'intenti e duttilità tattica

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Nella lotta per rialzarsi dalle difficoltà, Fioratti si è affidato prima di tutto all'unione di intenti. "In questo momento mi servono ragazzi che capiscono che questo è un posto speciale - aveva ribadito il tecnico dopo il successo con il Cesena, arrivato in seguito al ko a Roma - Più riesco a creare una famiglia all'interno della squadra, più posso appoggiarmi a tutti". Questo è un altro degli aspetti chiave della gestione Fioratti. Il tecnico granata si è appoggiato sia ai punti fermi della Primavera, sia ha avuto il merito di far sentire parte integrante del progetto ragazzi che magari avevano avuto meno spazio ma che, per via di un lungo percorso nelle giovanili a Torino, potevano sopperire con l'esperienza legata all'appartenenza in campo. Dal punto di vista tattico invece è valsa la duttilità. Fioratti è partito da un 4-3-3 di partenza, spesso ribadito, ma aveva avvisato sul suo non essere integralista e sulla piena apertura a cambiare perché sono i giocatori a dettare il modulo in cui risaltare. Contro la Sampdoria si è visto anche quest'ultimo aspetto con il 4-3-1-2 di partenza diventato poi 4-2-3-1 per inseguire la rimonta sui blucerchiati. Ora restano quattro partite, da vivere a mente sgombra con la consapevolezza che quanto doveva essere fatto è stato fatto.