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Alessandro Gazzi: “EuroToro, te lo sei meritato. Quel sorriso di Moretti al San Mames…”

Esclusiva TN / Il mediano ex Toro: "La crescita della società mi pare evidente e i tifosi dovrebbero essere felici"

Gianluca Sartori

Alessandro Gazzi corre, pensa, scrive. Sul campo continua a dare tutto per la maglia che veste, lo farà anche l'anno prossimo per l'Alessandria. Fuori dal campo, tra le altre cose, si diverte a dare forma scritta sul suo blog ai suoi pensieri, quelli di un uomo di una rara sensibilità. I tifosi granata ricordano Gazzi come uno degli eroi di Bilbao: lui si concede volentieri a chiacchierare con noi, dopo la notizia del ritorno del Torino in Europa League.

Alessandro, quello del Torino è un ripescaggio meritato?

"Direi proprio di sì, per quello che è stato il campionato fatto. I 63 punti generalmente portano sempre in Europa quindi Mazzarri e i suoi uomini non si devono sentire dei ripescati. E poi se ci sono delle irregolarità economiche è giusto vengano punite, chi sbaglia deve pagare". 

Europa grazie ad una sentenza di un tribunale, come nel 2014: il paragone con quello che successe a voi viene automatico. 

"Le due situazioni sono però diverse: noi non partimmo certo con l'idea di puntare all'Europa League, arrivavamo da una salvezza stentata e due anni prima eravamo in B. Questo Toro invece è squadra costruita e strutturata per acquisire una stabile dimensione europea". 

Come accolse la notizia del ripescaggio dopo la mancata concessione della Licenza Uefa al Parma?

"In modo particolare, quell'estate la vissi praticamente con le valigie pronte, sembrava fossi fuori dai piani, quindi non avevo assolutamente la sicurezza di poter giocare l'Europa League col Toro". 

Poi qualcosa cambiò... 

"Sì, giocai (a causa di un'emergenza a centrocampo, ndr) la prima partita di campionato, quella con l'Inter in casa. Feci una buona prestazione e la società allora adottò scelte differenti nei miei confronti, reinserendomi nel progetto. A volte il calcio è così".

Bilbao è il suo miglior ricordo al Torino?

"Beh sì, fu una serata memorabile per noi e per i tifosi. Ricordo come ci avvicinammo alla gara, c'era in tutti una premonizione speciale. Un aneddoto? Sullo 0-0 dopo un'azione offensiva del Bilbao che si concluse con un po' di fortuna, io e Moretti ci guardammo sorridendo prima di un rinvio di Padelli, c'era la sensazione chiara del fatto che quella era la nostra serata, che avremmo fatto qualcosa che ci saremmo ricordati per sempre. Comunque, anche la partita successiva contro lo Zenit fu veramente molto emozionante; al ritorno vincemmo per 1-0, ma non bastò a causa del risultato dell'andata. In ogni caso si creò una connessione speciale con il pubblico, cosa che auguro succeda al Torino anche quest'anno". 

Si sarebbe aspettato che il Torino ci avrebbe messo quasi cinque anni per tornare di nuovo in Europa?

"Forse no, ma comunque c'è da dire che non è stato tutto da buttare. Il Torino negli ultimi anni si è stabilizzato sempre o quasi nella parte sinistra della classifica, non sono cose scontate. E nell'ultima stagione ha allestito una rosa competitiva in grado di giocarsela con le più forti, ottenendo anche risultati economici positivi. La crescita della società mi pare evidente e i tifosi dovrebbero essere felici". 

Per finire, come ricorda a posteriori gli anni di Torino?

"Sono estremamente orgoglioso di quel che ho fatto in granata, consapevole di aver raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero posto".