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Andrea Sottil: “Il Toro una tappa di crescita, per me e per mio figlio Riccardo”

Esclusiva TN / Il tecnico doppio ex di Torino e Fiorentina fa le carte alla partita di domani: "Cairo ha fatto bene a dare continuità a Mazzarri"

Gianluca Sartori

Torino-Fiorentina, per la famiglia Sottil, non è e non sarà mai una partita come le altre. La storia si è ripetuta, nel caso del padre Andrea e del figlio Riccardo: il primo era un ragazzo del Filadelfia che crebbe nel Torino dai 10 ai 20 anni, vincendo la Coppa Italia con Mondonico in panchina nel 1993, per poi passare alla Fiorentina nel 1994. Il figlio Riccardo ha giocato al Torino dagli Esordienti alla categoria Under 17, lasciando poi i granata per la viola nel gennaio 2016: oggi è arrivato in Serie A, essendosi guadagnato la conferma nella squadra di Montella, e domani sfiderà il Torino da avversario. A differenziarli, solo il ruolo: Riccardo è un attaccante esterno, Andrea è stato un difensore centrale. Oggi fa l'allenatore e in esclusiva per Toro News analizza i temi principali della partita di domani.

Mister Sottil, partiamo da un po' di amarcord. Che cosa è stato il Torino per lei, torinese di origini e cresciuto nel Toro?

"La squadra in cui sono nato calcisticamente, giocandoci per dieci anni. Al Toro mi legano tantissimi ricordi. I derby Primavera, le partite decisive per i campionati. Nel 1992 vincemmo lo Scudetto con una signora squadra, c'erano giocatori come Cois, Vieri e Fuser, in panchina Serino Rampanti. Poi la buonanima di mister Mondonico mi volle in prima squadra e feci parte della squadra che vinse la Coppa Italia del 1993. A Emiliano sono stato molto legato, mi ha lanciato e mi ha creduto in me tanto da volermi poi anche all'Atalanta. La notizia della sua morte mi colpì veramente tanto. Nel 1994 poi sono passato alla Fiorentina e da lì la mia carriera da calciatore è proseguita in giro per l'Italia, ma ovviamente il Torino non si dimentica".

Dal Torino alla Fiorentina, così anche suo figlio Riccardo.

"Sì, nel gennaio 2016 facemmo questa scelta, dopo ottime annate in granata. Riccardo iniziò da piccolo nella Juventus per poi passare al Torino negli Esordienti. La categoria Allievi Nazionali è stata quella del cambiamento. A distanza di qualche anno dico che il Toro è stata una tappa di crescita importante, per mio figlio, che ha lavorato con ottimi istruttori e allenatori. Ora vederlo in Serie A è ovviamente una sensazione unica, dopo tutti i sacrifici fatti insieme".

Domenica Riccardo ritroverà il Torino da avversario.

"E' una partita molto delicata per entrambe le squadre. Sebbene vengano da una storia diversa: il Torino è una squadra consolidata che ha scelto la linea della continuità, la Fiorentina è stata rivoluzionata in estate. Il Toro era partito con ambizioni importanti, lo sanno tutti, poi sono arrivate delle difficoltà, ma la vittoria di Genova è stata molto importante. Ora i granata hanno un grande bisogno di dare continuità, ma anche la Fiorentina ha un disperato bisogno di punti. E' una partita molto importante da entrambe le parti: sono due squadre con uno stato mentale simile, sebbene con una storia diversa".

Da allenatore, che pensa della scelta di Mazzarri di giocare senza prime punte di ruolo in casa del Genoa? Una mossa che ha fatto molto discutere, specie per l'esclusione di Zaza.

"Mazzarri è un allenatore di grandissimo valore e avrà valutato attentamente le caratteristiche degli avversari prima di fare quella scelta. Non conosco allenatore che non faccia scelte ponderate al massimo per il bene della squadra. Con il senno di poi ha avuto ragione lui, visto il risultato, mi pare che occorra dargliene atto". 

Il tecnico sta forse uscendo da un momento in cui per molti la sua panchina era a rischio. 

"Scaricare le colpe su noi allenatori è la soluzione più facile, quando le cose non vanno bene. Secondo me, per stabilire un esonero, una società deve guardare oltre ai risultati che non arrivano, analizzando al meglio le difficoltà. Bisogna capire se i problemi sono passeggeri o no. Se l'allenatore ha ancora in mano la situazione, se i giocatori lo stimano. Pur tra tante difficoltà, a me sembra di vedere una squadra che segue il suo allenatore, quindi ha fatto bene Cairo a dargli continuità. Mazzarri ha credito da parte della società, perchè ha fatto un girone di ritorno straordinario lo scorso anno". 

Contro la Fiorentina gli mancherà Belotti. 

"Assenza importantissima. Per lo spessore caratteriale e per il temperamento il Gallo è un giocatore da Toro vero, a tutti gli effetti. Oltre al fatto che si tratta di un attaccante che segna come pochi. Quindi, il fatto che non ci sia non può non condizionare il match del Toro". 

L'altro fattore di rischio per i granata è un'eventuale contestazione, nell'ambiente c'è elettricità.

"I giocatori devono riuscire a superare eventuali fischi e mugugni. Serve personalità per fare questo mestiere. E i calciatori vanno scelti non solo guardando le capacità tecniche e tattiche ma anche misurando la loro personalità, specie se si parla di società blasonate come il Torino e la Fiorentina". 

Grazie della chiacchierata, mister Sottil. E per quanto riguarda lei? Si è chiusa in estate l'esperienza al Catania. 

"In carriera ho vinto due campionati, anche a Catania - in una stagione con molte disavventure - alla fine siamo arrivati in semifinale playoff. Al momento guardo partite, viaggio, mi aggiorno. In attesa della chiamata giusta".