Era una calda serata di 19 anni fa quando il Torino colse la promozione in Serie A al termine di un doppio confronto con il Mantova a dir poco palpitante. L'11 giugno 2025, esattamente 19 anni dopo, racconta quelle emozioni in esclusiva su Toro News l'artefice dalla panchina di quell'impresa: Gianni De Biasi.
Buongiorno mister, 19 anni oggi dalla promozione in Serie A contro il Mantova. Che ricordi..."Fu una serata indimenticabile: sessantamila persone allo stadio, un'iniezione di energia, vitalità e amore alla squadra. Devo dire che l'epilogo con il Mantova, per come sono andate le cose è stato il migliore che potessimo attenderci perché soprattutto la finale di ritorno fu un qualcosa di unico. Ci meritammo sul campo la promozione perché nelle ultime 10 giornate di campionato perdemmo soltanto una volta. La squadra si presentò molto bene all'appuntamento, purtroppo perdemmo l'andata a Mantova. Ma voglio sottolineare ancora oggi una cosa: vi ricordate che rigori ci furono fischiati contro? Due rigori contro assurdi, non voglio fare polemica. Anche al ritorno fischiarono un rigore al Mantova ma la Serie A fu nostra".
Cosa fece la differenza in quella stagione?"La cosa cruciale fu la scelta delle persone, degli uomini, ancor prima dei calciatori. Scegliemmo ragazzi che volevano mettersi in discussione e che avessero il Torino come punto più alto della loro esperienza calcistica. Il Torino era una priorità per tutti loro. C'era il giusto mix di qualità tecniche. La squadra si compattò immediatamente e ciò favorì il lavoro nel lungo periodo".
Nicola, Gallo, Brevi, Stellone, Muzzi e molti altri oggi allenano. Direi che il dato è interessante e merita di essere sottolineato."Un aspetto davvero positivo, sono molto contento che molti di loro stanno facendo gli allenatori. Nicola è l'allenatore di quel gruppo che più di ogni altro è emerso. Si tratta di un tecnico che mi piace molto, ha testa, carattere e determinazione. Ha fatto molto bene anche al Cagliari".
E quest'anno si è ben comportato anche Gallo alla Virtus Entella."Sì, Fabio è stato con me per due anni in Azerbaigian. In questa stagione è stato promosso in Serie B a Chiavari e si è tolto una grande soddisfazione personale".
Ha qualche rimpianto per come sono andate le cose in granata? "Non sono una persona che rimpiange nulla. Prendo sempre spunto dalle situazioni non belle, faccio autocritica e cerco di migliorare. Quindi, nessun rimpianto per come sono andate le cose nel Torino".
Come giudica la stagione di Paolo Vanoli al Torino?"Vanoli ha condotto una buona stagione, peccato per il finale. La sua stagione è stata buona, direi che l'esordio in Serie A è stato positivo".
E quella di Marco Baroni alla Lazio?"Non ha centrato l'Europa ma ha conquistato 65 punti, gli stessi della Fiorentina. Direi che anche per lui il bilancio è positivo a Roma con la Lazio. Nel girone d'andata ha fatto grandi cose, poi alla lunga avere il doppio impegno tra Europa League e Serie A non ha giovato. L'impatto di Baroni alla Lazio è stato comunque buono".
Giusto l'avvicendamento in panchina?"Secondo me, il Torino ha centrato un bel colpo. Non vedevo male nemmeno la conferma di Vanoli. Se hanno deciso di interrompere il rapporto con Vanoli, ci sarà stato qualche aspetto che non ha funzionato. Dall'esterno è difficile giudicare".
E lei vorrebbe tornare in panchina?"Due mesi fa ero molto vicino a rientrare in un club dalle grandi potenzialità, poi è saltato tutto. Se arriva una Nazionale ben venga, però non prendo la prima cosa che passa. Su una cosa sono certo: ho una gran voglia di tornare in pista".