In esclusiva su Toro News l'ex attaccante di Torino e Inter rivela che solo un impedimento famigliare lo ha tenuto lontano dalla marcia del 4 maggio
Anche Marco Ferrante doveva esserci domenica 4 maggio tra le vie del centro di Torino per la marcia del popolo granata. Lo rivela in esclusiva su Toro News. In quest'intervista l'ex Torino e Inter si sofferma su quello che ha rappresentato il corteo nella storia recente granata.
Buongiorno Marco. Prima di tutto si aspettava l'Inter in finale di Champions? "Beh, partiamo dal presupposto che è emozionante avere l'Inter in finale di Champions soprattutto dopo una semifinale come quella contro il Barcellona. Partita a dir poco emozionante e coinvolgente. L'Inter è stata davvero encomiabile. Avere una squadra italiana in finale è importante sotto tanti punti di vista e poi all'Inter ho militato e quindi resto ancor più affezionato".
Una partita come quella di martedì ti dà o ti toglie in vista del campionato?"Certamente ti dà carica emotiva, ma nello stesso tempo ti toglie un sacco di energie fisiche e mentali perché l'altra sera a San Siro il ritmo è stato molto sostenuto nell'arco dei 120 minuti. Vincere la Champions League renderebbe molto meno amara l'eventuale sconfitta in campionato nel duello contro il Napoli. Penso che il Napoli sia attualmente più favorito dell'Inter per la vittoria dello Scudetto perché il calendario è migliore e gli impegni sono meno. La partita chiave per l'Inter è stata quella persa in casa contro la Roma".
Il Torino cosa potrà dire domenica?"Credo debba dire la sua, soprattutto dopo lo smacco di Napoli dove non è stato fatto praticamente nulla. Non sarà facile conquistare punti contro l'Inter, questo è indubbio, però il Torino avrà l'obbligo di provarci perché giocherà di fronte alla propria gente. La gara contro l'Inter sarà la prima dopo le celebrazioni del 4 maggio, quindi a maggior ragione i giocatori granata dovranno dare qualcosa in più".
Che messaggio hanno trasmesso i 20mila tifosi in marcia domenica?"Hanno trasmesso un messaggio che definirei imbarazzante e bello allo stesso tempo. Imbarazzante perché ha fatto il giro del mondo una marcia di 20mila tifosi che hanno aspramente criticato l'operato di una società. Bello perché ha fatto il giro del mondo un corteo di 20mila tifosi che hanno ancora una volta ribadito il loro attaccamento e la loro passione per i colori granata. L'unico cruccio che mi rimane è non esserci stato".
Era in programma la sua presenza?"Sì, mi ero già organizzato con la mia famiglia e le mie bimbe non vedevano l'ora. Purtroppo è sopraggiunto un impegno di tipo familiare che mi ha impedito di esserci. Mi è molto dispiaciuto. Con il cuore ero comunque presente per sostenere la causa di un popolo che merita".
Sarebbe stato al fianco di Pasquale Bruno..."Pasquale è un amico e domenica ha ribadito una volta di più quanto tenga alla causa del Toro. Sì, sarei stato volentieri al suo fianco con tutta la mia famiglia".
Protagonista in negativo della marcia è stato il contestato Urbano Cairo: secondo lei, cosa dovrebbe recepire della marcia del 4 maggio?"Beh, il messaggio mosso dal popolo granata è stato importante. Cairo dovrebbe farne tesoro. Se ci sarà ancora lui nel futuro granata, dovrà impegnarsi affinché si faccia davvero un salto di qualità. Serviranno i fatti. Nell'imminente il primo fatto sarà non smantellare la squadra che è stata costruita, bisognerà proseguire con la politica adottata nel mercato di gennaio per cercare di accorciare il gap con le prime 6-7 del campionato. Il Torino e la sua gente meritano altro, è superfluo sottolinearlo. Quindi, Cairo è invitato ad ascoltare il grido del popolo che guida se vorrà avere ancora un futuro da presidente del Torino".