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tor interviste Ferrante a TN: “Guardavo Cravero e Zaccarelli e capivo cos’era il derby”

Esclusiva

Ferrante a TN: “Guardavo Cravero e Zaccarelli e capivo cos’era il derby”

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In esclusiva su Toro News le parole di uno dei pochi barlumi di luce negli ultimi trent'anni del Toro contro la Juventus
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Negli ultimi trent'anni, davvero molto poveri di soddisfazioni per il Torino nei derby, uno dei pochi barlumi di luce ha un nome e un cognome: Marco Ferrante. Quattro gol in carriera alla Juventus, tutti con il Torino, due nella stagione 2001/2002, quella del doppio pareggio (3 a 3 all'andata e 2 a 2 al ritorno), quella delle famose corna sotto la Maratona. In esclusiva su Toro News l'ex bomber granata ci racconta i suoi derby e ci illustra i temi della partita di sabato alle 18 all'Allianz Stadium.

Buongiorno Marco. Come nacquero quello celeberrime corna?"La inventai la sera prima del derby. Era un'esultanza con un fine estramemente positivo, un modo elegante e simpatico per gioire insieme ai tifosi. Studiai l'esultanza a tavolino perché nel derby ero abituato a far male alla Juventus". 


Si offese quando vide Maresca esultare con le corna?"Un po' sì, ma non tanto a livello personale quanto per il popolo granata. Fu una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi. Le corna erano un mio marchio di fabbrica, le facevo in modo simpatico per abbracciare i tifosi dal basso verso l'alto non potendo salire in tribuna con ciascuno di loro. Le mie corna erano un abbraccio a distanza, non erano uno sfottò nei confronti dell'avversario. Maresca mancò di rispetto al popolo granata e direi che fu l'ultimo atto della sua avventura in bianconero perché si sa che Torino è granata e per Maresca Torino divenne invivibile dopo quel fatto. Già nel tunnel degli spogliatoi successe il 'patatrac'. Quelle corna gli fecero fare terra bruciata". 

In quella stagione, la 2001/2002, due pareggi in due partite contro una Juventus davvero stellare. Quali furono i segreti?"I tempi sono cambiati. Non voglio disprezzare i giocatori di oggi. Una volta c'era più senso di appartenenza. Il derby era la partita della partita, gioco forza affrontavi una squadra più forte di te composta da Nazionali e da Campioni del Mondo. Era una sfida impari, eri più debole dal punto di vista tecnico. Dovevi sopperire con la cattiveria agonistica e con la fame. Chi giocava in attacco come me doveva sfruttare le poche occasioni che ti capitavano. Ho vivido il ricordo della partita finita 3 a 3. Io partii dalla panchina perché non al meglio, nel primo tempo ci presero a pallonate. Nella ripresa ribaltammo lo scenario con uno spirito diverso. Quello è il più bel esempio di Toro che ci possa essere". 

I grandi "vecchi" del Torino vi davano qualche suggerimento prima del derby?"Non c'è bisogno di grandi parole per descrivere cos'è il derby. Cravero e Zaccarelli erano le persone più vicine alla squadra. A me bastava guardarli negli occhi per comprendere l'importanza della partita contro la Juventus. Direi che è la storia del Toro che ti deve dare una carica in più nel derby. Avevi meno dell'avversario dal punto di vista tecnico, dovevi sopperire con il cuore. Purtroppo alle volte venivi un po' ingolfato dal peso della stessa partita. Alcuni compagni sprecavano tanta, troppa adrenalina nei giorni di avvicinamento alla gara. Alcuni sulla settimana erano carichissimi, specie dopo aver sentito l'affetto dei tifosi o i loro racconti, poi arrivavano alla domenica senza più quelle energie necessarie per battere i vari Buffon, Zidane, Del Piero, Thuram. In tanti arrivavano inconsciamente vuoti alla gara".

L'attacco di questa stagione del Torino è il più forte degli ultimi trent'anni per il club granata?"Il Toro è forte, non soltanto in attacco. Il Toro ha un portafoglio tale che può permettersi di tenere Zapata e di prendere un giocatore come Simeone. Il portafoglio di oggi è ben diverso rispetto a quello di ieri. Non so se sia l'attacco più forte degli ultimi trent'anni del Torino, saranno i numeri finali a stabilirlo".

Cosa si aspetta dal derby di sabato?"L'arrivo di Spalletti non è un vantaggio per il Torino. Spalletti è un marpione, conosce il calcio alla perfezione. Conosce il calcio italiano in maniera eccelsa, non a caso ha vinto due anni fa uno Scudetto con il Napoli con una rosa normalissima. Il Torino arriva bene alla partita. Ha raccolto parecchio nell'ultimo periodo, sebbene ci sia l'amaro in bocca per il pareggio con il Pisa. Penso che la partita sia più aperta del passato perché non stiamo parlando della Juventus di qualche anno fa. La Juventus è in difficoltà, arriva da un cambio allenatore. La speranza di portare a casa qualche punto c'è".