Emmanuel Gyasi, innanzitutto come stai?
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Gyasi: “Longo, Juric e Ventura: tre maestri. Il futuro? Il Torino deve decidere…”
"Meglio, sono in ripresa post-operazione. Domani mi verranno tolti i punti, poi dopo il periodo di riposo forzato ricomincerò la preparazione fisica. Non so ancora quali saranno i tempi di recupero, ovviamente farò di tutto per tornare in campo il prima possibile e spero di poter dare ancora il mio contributo in questa stagione (la Carrarese è attualmente quinta in classifica, nonostante gravissimi problemi societari, ndr)".
Peccato davvero per quest'infortunio, perchè la stagione che stai vivendo a Carrara è positiva...
"Sì, davvero, è un'esperienza positiva, mi sono trovato a mio agio fin da subito con squadra e mister Remondina, ho sentito fiducia e sono riuscito ad esprimermi bene. Anche per la presenza di molti giovani che conoscevo già, avendoli incontrati da avversari in Primavera. Sono riuscito ad andare in rete sei volte e soprattutto a conquistarmi il posto da titolare, cosa mai facile in Lega Pro. E avrei potuto segnare ancora. Sono sicuramente soddisfatto di quanto fatto nei mesi scorsi".
Hai giocato anche in una posizione diversa dal solito, quella di attaccante centrale.
"Esatto, mentre in precedenza avevo giocato soprattutto da attaccante esterno, quest'anno ho fatto spesso la seconda punta ma anche la prima punta. In questo modo, giocando più vicino alla porta e avendo meno compiti difensivi, sono riuscito a trovare la rete con buona continuità e anche a fare diversi assist. Sono contento, mi sono trovato bene, e posso giocare sia da attaccante esterno che da punta centrale".
Sei stato una colonna della Primavera del Torino per due stagioni, raggiungendo e giocando da protagonista una Finale Scudetto nel 2014. La segui ancora?
"Certo, mi tengo aggiornato e quando riesco vado a vedere le partite. E sono ancora in contatto con mister Longo".
Che cosa ha di speciale questo tecnico, che ogni anno riesce a plasmare una Primavera competitiva ai massimi livelli?
"E' un grande tecnico sia dal punto di vista umano che da quello calcistico. Uno che ti mette nelle condizioni di dare il meglio e sa correggerti gli errori, e motivarti come pochi altri. Sono convintissimo che sia pronto per il salto tra i professionisti".
Nel tuo ultimo anno in granata, la stagione 2013-2014, sei stato parecchio a contatto con la Prima Squadra di Ventura. Non hai esordito, ma ti sei allenato con loro per lunghi tratti e sei andato qualche volta in panchina. Che ricordi hai?
"E' stato utile allenarmi con un gruppo di qualità come era quella squadra. Mi piaceva il modo con cui Ventura insegnava calcio, i concetti erano molto chiari e ben riconoscibili, è uno che riesce a dare alle sue squadre una precisa identità. Anche nei miei confronti mostrava attenzione, mi ha insegnato alcuni trucchetti del ruolo di attaccante che poi mi sono venuti utili in futuro".
Pochi giovani, nelle società di Serie A in generale e in particolare al Torino, riescono ad effettuare il salto dalla Primavera alla Serie A. Sono due realtà così distanti tra loro?
"Confermo che sono due realtà molto diverse. Dalla Primavera alla Serie A c'è molta differenza, non è facile. Cambia moltissimo, devi essere molto più furbo e veloce a pensare, e dal punto di vista tecnico c'è ovviamente divario. Ecco perchè vedete pochi giovani compiere il grande salto".
Anche tu hai avuto qualche difficoltà nel primo impatto tra i "grandi"...
"Nella scorsa stagione, uscito dalla Primavera mi sono subito trasferito in Lega Pro al Pisa, società che mi ha voluto fortemente, il primo luglio 2014 avevo già firmato. Le cose poi non sono andate benissimo, perchè il modulo usato non era l'ideale per me, poi anche lì mi sono fatto male e quindi ho avuto poco spazio. A gennaio il trasferimento al Mantova, dove ho messo a segno diverse presenze e ho conosciuto un tecnico molto bravo, quell'Ivan Juric che oggi sta portando il Crotone in Serie A. Immaginavo che potesse avere presto delle grandi soddisfazioni. E' molto preparato e schietto, cosa sempre apprezzata".
In conclusione: per quanto riguarda il futuro? Il tuo contratto col Toro scadrà nel 2017. Hai l'impressione di essere seguito e stimato?
Secondo me sì, in società mi stimano e sono a conoscenza dei miei progressi. Chiaro che, avendo solo più un anno di contratto, presto arriverà il momento della scelte. Il club dovrà decidere se puntare ancora su di me o no. Chiaro che io sarei felicissimo di continuare nella società in cui sono cresciuto. Comunque adesso è ancora presto per parlarne. La stagione deve ancora finire, e io spero di poter dare ancora qualcosa alla Carrarese".
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