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Nichelino, intitolato il giardino di via Trento a Mazzola: celebrazione di un grande sportivo

Mondo granata / All'inaugurazione presenti anche Comi, don Robella e Sergio Chiamparino

Roberto Ugliono

"Torino e cintura si tingono sempre più di memoria granata, anche nella toponomastica. A Nichelino questa mattina è stato intitolato il giardino di via Trento a Valentino Mazzola, figlio della proposta di Antonio Landolfi. Alla cerimonia hanno partecipato Sergio Chiamparino, presidente della regione Piemonte, e il sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo. Presente anche Antonio Comi per rappresentare la società, Toro Club Giorgio Ferrini di Nichelino, il Toro Club di Cherasco e l’Associazione ex calciatori granata, rappresentata da Natalino Fossati, Angelo Cereser e Giuseppe Pallavicini. Presente anche don Robella, cappellano del Toro e parroco di Nichelino. La cerimonia, a cui erano presenti un centinaio di persone, è stata chiusa da Daniele De Bellis e dalla sua canzone dedicata ai 100 anni di Valentino Mazzola.

"Il primo a prendere parola è stato il presidente della Regione, Sergio Chiamaparino, che ha sottolineato quanto il Grande Torino sia un bene storico nazionale (QUI il suo intervento). A questo punto ha preso la parola anche il sindaco di Nichelino, Giampiero Tolardo: "Questa è una manifestazione sportiva, non solo una festa del Toro. Questa è una manifestazione che unisce intorno al valore dello sport. Come diceva Sergio (Chiamparino ndr) prima, il Grande Torino era un'icona dello sport, vinceva tutto ed era riconosciuta anche a livello internazionale. Lo sport è un elemento che unisce i popoli". Parola poi ad Antonio Comi: "Innanzitutto complimenti a chi ha voluto questa intitolazione. Quello che è straordinario del Grande Torino è che è stata, in un periodo storico difficile, loro sono stati l'esempio per tanti giovani e l'orgoglio di tutti gli italiani, questa è la loro grandezza. Mazzola è stato capitan anche fuori, con le sue scelte di coraggio. Scegliere nel '48 di fare una vita diversa da una famiglia da cui era partito, era una cosa veramente difficile da far digerire e da far capire alla gente. Anche questo ha aiutato l'Italia di evolversi con nuove leggi. I giocatori del Grande Torino, in generale, sono stati coraggiosi, perché quando c'era da decidere tra Monarchia e Repubblica si sono esposti".

"Gli ultimi a parlare, poi, sono state due leggende granata: Angelo Cereser e Natalino Fossati. Inizia il primo: "Il Torino è un fatto culturale. Ha coinvolto tutta l'Italia e tutto il mondo. In più, il Torino dal '42 al '49 aveva un grande presidente. Novo, che io ho conosciuto, mi ha raccontato che Loik e Mazzola avevano già firmato con l'Inter, ma lui li fermò, perché chi voleva comprare doveva passare prima da lui. Questa è la dimostrazione di quanto grande fu il presidente del Grande Torino, perché non c'è una grande squadra senza un grande presidente. Sono venuto a Nichelino anche per l'intitolazione del campo sportivo a Giorgio Ferrini, che fu mio testimone di nozze". Chiude poi Fossati: "Quando si parla di colori granata, per me sono speciali. Da ragazzino ero tifoso del Genoa, perché tutti i miei erano tifosi del Grifone. Guardiamo al futuro e il futuro sono i bambini. Guardando il presente, in Europa il Toro ci può andare, a meno che qualcuno non ci metta lo zampino. Un ricordo anche per quello che è stato un grande capitano, Giorgio Ferrini".