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Che percorso ha fatto Dembelé e quali sono le prospettive? “Deve migliorare molto sotto l’aspetto tecnico. Fisicamente ha doti naturali ma come gli dico sempre dopo c’è di mezzo una palla che corre. Durante l’allenamento cerco a volte di alternarlo in altri ruoli per cercare di fargli comprendere il calcio a livello tecnico. Ma con lui è un piacere. Il gol con l’Udinese se l’è meritato per la voglia e la determinazione che ha nel provare a diventare qualcuno. Questo è quello che io cerco in tutti i giovani. Poi è vero che un allenatore al giovane gli deve saper stare dietro, riuscendo a tenere alto il suo entusiasmo anche se non gioca. Prima della gara con l’Udinese lui mi è venuto a parlare, era triste perché non giocava. Io gli ho detto che nel calcio tutto può succedere. Alla fine è entrato e ha fatto gol. Sta raggiungendo uno status, è stato bello il percorso che ha fatto con me perché io dico sempre che la bellezza di Ali è stata il fatto che io non lo conoscevo. Il direttore sportivo a Venezia mi disse, sapendo che serviva un quinto, di aver seguito questo ragazzo nel settore giovanile del Torino. Lo ha preso l’ultimo giorno di mercato. Lui ha preso ed è arrivato alle 23.30. Poteva venire al mattino ma voleva arrivare il prima possibile. Ha preso la sua borsa ed è arrivato da solo col treno, non si è fatto accompagnare: ti fa capire che ragazzo è. Mi viene la pelle d'oca. Poi bisogna avere pazienza. Ma con lui è un piacere lavorare”.


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