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Diego Armando Maradona e la Land Art

HAMBURG, GERMANY - AUGUST 13:  Freundschaftsspiel 1987, Hamburg; Hamburger SV - SSC Neapel; Diego MARADONA/Neapel  (Photo by Bongarts/Getty Images)

Storie di calcio / Riceviamo e pubblichiamo l'omaggio di Marco Santarelli al leggendario "Pibe de Oro", scomparso il 25 novembre scorso

Redazione Toro News

Ormai è passata una settimana dalla morte del genio del calcio Diego Armando Maradona. Siamo ai titoli di coda. Quelli dei film in bianco e nero. Lenti ed inesorabili. Quelli che guardi per trovare la colonna sonora, i luoghi visitati dal film e così via. Quei titoli lentamente girano anche per Maradona. Se n’è andato veramente El Pibe De Oro. Sembrava uno scherzo. Una fake news. Sembrava una di quelle notizie a cui fai fatica a credere. L’immortalità del suo simulacro sembrava sbattere come onde sulla riva. Costanti e perentorie. Ma il film è finito davvero. Lo dice il cimitero 'Jardin de Bella Vista' chiuso al pubblico. Da sempre io vivo il calcio da tifoso e da ex calciatore ma in fondo mi occupo di Logica e Filosofia della Scienza. Nello specifico Teoria delle Reti, Sicurezza ed Intelligence applicata alle scienze sociali e digitali e questo articolo, benché lontano dalle mie “corde”, l’ho scritto in onore del concetto di genio creativo. Questo genio che accomuna artisti con scienziati e con grandi di ogni settore. Grazie alla mia cattedra di Semiotica presso l’Accademia di Belle Arti e Design Poliarte di Ancona, ho imparato nel tempo ad occuparmi di processi decisionali sia razionali che creativi. Pertanto, a studiare ed applicare doti naturali e di estro con i luoghi più comuni, ma specchi fondamentali, della nostra società. Quale miglior specchio di Vanesio e della stessa società è il calcio? Non c’è altra cassa di risonanza più forte. In questo “ring” e contesto, Maradona gioca la sua ultima partita. Gira il suo ultimo film. Non ci interessa oggi la vita privata di Maradona, ma la sua eleganza nel tenere tra i piedi un pallone da calcio. Se l’Arte contemporanea è definita come qualcosa che cambia ciò che la circonda, Maradona è stato di Arte Pura. La sua arte era il calcio. Tutti sappiamo che quest’ultimo poco ha a che fare con lo stesso concetto di Arte. Ma Maradona assimila il calcio con il sublime e con i sogni. Palla e sogni in movimento, insieme. Come la vita. Senza sosta. L’Arte contemporanea e la sua profonda trasformazione assomiglia moltissimo alla rapidità di Maradona. Ogni cosa diventa eleganza e cambia di significato rispetto alla sua radice. Da Duchamp in poi una miscellanea di opere mette in scena un cambio della società. L’Arte in tal senso è assimilabile a Maradona perché ogni suo movimento in campo si realizza mentre fa rotolare un oggetto inutile come la palla dandogli un senso mai banale. Maradona non è il dipinto statico, ma la danza degli oggetti della Land Art e del suo rappresentante maggiore Christo Javašev.

 BUENOS AIRES, ARGENTINA - MARCH 07: Diego Armando Maradona head coach of Gimnasia y Esgrima La Plata smiles prior to a match between Boca Juniors and Gimnasia as part of Superliga 2019/20 at Estadio Alberto J. Armando on March 7, 2020 in Buenos Aires, Argentina. (Photo by Rodrigo Valle/Getty Images)

Maradona è Christo! Era ed è ancora (e lo sarà) il disorientamento, lo spaesamento, colpo secco e stoccata finale. Maradona impacchettava gli avversari come faceva Christo con il paesaggio. Attaccava la sua arte, la staccava e riattaccava modellando il contesto in maniera nuova ed irripetibile. Pensiamo alla sua opera al Lago di Iseo: pannelli galleggianti che hanno reso possibile l’impossibile. Attraversare le due sponde del lago con un effimero pezzo di plexiglas (o simili) che ha reso il lago un’opera d’arte esso stesso. La stessa opera d’arte della punizione contro la Juve. Maradona attraversava campi di ogni tipo e cadeva, si rialzava e segnava. Plastico come il cervello e scricchiolante come il rumore del cellofan che Christo utilizzava per avvolgere monumenti famosi. Anche Christo è andato via quest’anno. In entrambi la realtà era descritta attraverso una poetica illimitata che scardinava tutto ciò che era definito ed ordinario. Perché anche l’arte diventa da smontare per la sua normalità nelle gallerie d’arte, così come bisogna farlo con calcio ingabbiato negli schemi, moduli e statistiche. E se è vero come diceva Andrea Camilleri che “l’artista è colui che ha una costante percezione alterata della realtà”, ciò che ci portiamo dentro è che questa alterazione ha un nome ed un cognome e accomuna arte e calcio: Diego Armando Maradona.

Marco Santarelli

Marco Santarelli è esperto in analisi delle reti, infrastrutture critiche, big data e energie del futuro e studioso di intelligence; Direttore Scientifico dell’Istituto di Ricerca e Sviluppo ReS On Network, con sedi in UK e USA; Docente universitario di Intelligence, Big Data e Data Mining presso Link Campus University; Associato di ricerca per enti di ricerca internazionali, tra cui LEI, Lithuanian Energy Institute; Program Manager del mercato idroelettrico internazionale; coautore di Margherita Hack per dieci anni (3 libri insieme); Data Scientist e divulgatore scientifico per Il Messaggero e tv e media nazionali.

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