Marco Baroni è il nuovo allenatore del Torino, e con lui arriva un’identità tattica ben definita: il 4‑2‑3‑1, già adottato con convinzione nella sua recente esperienza alla Lazio. Un modulo che richiede equilibrio, corsa e letture intelligenti, soprattutto nei ruoli offensivi. Al Toro Baroni eredita due attaccanti centrali di peso: Duván Zapata, terminale classico, e Ché Adams, attaccante più dinamico. Come farli coesistere in un sistema a una sola punta? La risposta potrebbe passare da un’idea già vista alla Lazio: il ruolo che Boulaye Dia interpretava alle spalle della prima punta. Adams può essere reinventato in quel modo? Il dubbio è interessante, ma non secondario: l’attaccante scozzese potrebbe anche lasciare il club in estate, mentre molto dipenderà anche dalla tenuta fisica di Zapata, la cui gestione sarà un tema chiave della stagione.


il tema
Torino, Adams come Dia? Baroni studia la convivenza con Zapata
Zapata-Adams: coppia fisica da equilibrare
—Duván Zapata resta, almeno sulla carta, il perno offensivo della squadra. Il colombiano ha garantito presenza e gol nella seconda parte della stagione, ma la sua condizione fisica dovrà essere monitorata attentamente: gli acciacchi degli ultimi anni obbligano a una gestione accurata dei minuti e delle partite. Ecco perché la posizione di Adams può diventare cruciale: se resta, sarà il primo candidato a completare (o sostituire) Zapata. L'ipotesi più affascinante è quella di vederli insieme: Baroni potrebbe immaginare un impiego di Adams da trequartista atipico, alle spalle di Zapata. Non nel senso tradizionale del numero 10 rifinitore, ma piuttosto come incursore, pronto ad attaccare la profondità, ricevere tra le linee e disturbare la costruzione avversaria. In questo modo il modulo si trasformerebbe in un 4‑4‑1‑1 dinamico, dove i due attaccanti si completano per fisicità e movimento. Il problema, però, è duplice: Adams deve adattarsi a un ruolo nuovo, e la sua permanenza in granata non è affatto scontata.
Il “modello Dia” e la nuova identità di Adams
—Per capire cosa Baroni potrebbe chiedere ad Adams, il riferimento più utile arriva da Boulaye Dia nella Lazio della passata stagione. Dia, pur essendo una punta centrale di origine, veniva utilizzato da trequartista libero alle spalle di una prima punta statica. Il suo compito era rompere gli equilibri difensivi, attaccare gli spazi lasciati dalla difesa, e non dare mai punti di riferimento. Adams, per struttura e attitudine, può ricoprire un ruolo simile. Nel 4‑2‑3‑1 di Baroni, il trequartista non è un regista offensivo, ma un elemento di connessione e frattura: serve corsa, lettura, capacità di inserirsi e resistere al contatto. In questo senso, Adams ha le caratteristiche per reinventarsi. Ma perché questa idea tattica prenda corpo, serve un doppio via libera: dalla condizione fisica di Zapata, che potrebbe costringere Baroni a gestire le rotazioni più del previsto, e dal mercato, che potrebbe portare altrove lo scozzese.
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