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Toro, la protesta dei tifosi coglie nel segno: dopo 15 anni Cairo a Superga da solo

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Il presidente granata ha scelto di non essere presente con la squadra per evitare conseguenze spiacevoli, un'assenza che parla: c'è una scollatura netta tra la tifoseria e la presidenza
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

La protesta dei tifosi ha senza dubbio colto nel segno. Urbano Cairo per la prima volta dopo 15 anni non si è presentato con la squadra sul Colle per la messa nella Basilica e per la lettura dei nomi alla lapide. Non una prima volta assoluta, ma un ritorno al passato. L'ultima volta in cui Cairo non si presentò a Superga con la squadra era il 4 maggio 2010. Il clima di contestazione c'era anche all'epoca, una contestazione perdurata per tanti mesi per un Torino che giocava in Serie B. Quello era l'anno della presentazione di Petrachi con la rivolta dei tifosi alla Sisport e un anno dopo il clima non era migliorato, visto che Cairo nel 2011 tornò a Superga ma fu accolto da un clima di protesta feroce da parte dei tifosi. Quella volta fu decisivo l'intervento della Polizia di Stato, che aveva scortato il presidente all'interno della Basilica e l'aveva poi - al termine della cerimonia - riportato via.

Torino, Cairo assente a Superga: la spiegazione

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Quest'anno a Superga il presidente ha voluto andare, ma in forma privata nella mattinata. Mentre per le vie di Torino migliaia e migliaia di tifosi granata sfilavano per contestare la sua presidenza, lui è salito da solo con il primogenito Federico sul Colle per omaggiare il Grande Torino. Poi non si è visto né al Monumentale per la cerimonia con le famiglie dei Caduti, né a Superga. Una scelta personale da parte di Cairo. Il presidente ha preferito evitare ogni manifestazione pubblica e non è salito sul Colle per evitare conseguenze spiacevoli che avrebbero tolto a quel luogo il suo primario significato, quello di commemorazione dei defunti. Una scelta certamente sensata dal suo punto di vista. Rimane comunque un'assenza rumorosa, che parla e racconta la realtà dei fatti. C'è una scollatura probabilmente insanabile tra la piazza e la presidenza in questo momento storico. Dal 2011 in poi la gestione del tandem Ventura-Petrachi aveva rimarginato e cicatrizzato le ferite, portando la contestazione in secondo piano. Il malumore ha però continuato a covare negli anni e la cessione di Bellanova nell'estate 2024 ha segnato il nascere di una nuova stagione di dura protesta. L'assenza a Superga parla da sola ed è lecito chiedersi cosa farà il presidente per cambiare la situazione.