Il Torino è stato arbitro del campionato per 7 minuti allo stadio "Diego Armando Maradona" di Napoli. Un po' pochino. Paolo Vanoli non ha ostacolato particolarmente il proprio ex "superiore" Antonio Conte. La partita per il Napoli è passata via liscia e il più tre sull'Inter in classifica si è concretizzato anche più facilmente di quanto fosse auspicabile alla vigilia. Il Napoli ha avuto il merito di approcciare bene la partita, di sbloccarla già al 7' e poi di chiudere i conti nel primo tempo. La resistenza opposta dal Torino è stata minima, segno che le motivazioni granata stanno iniziando a radere lo zero in questo finale di campionato senza particolari obiettivi se non un platonico decimo posto. Se non si trovano le motivazioni per sfidare la capolista, è difficile pensare che si approccino tutte le gare come una finale. Il ritornello tante volte sentito nelle ultime settimane inizia a stonare, il che non deve troppo stupire: da che mondo è mondo quando la classifica non richiede punti, la cattiveria agonistica scema e le prestazioni sono la diretta conseguenza. Il dato più eclatante della domenica granata riguarda il numero di tiri in porta nell'arco di quasi 100 minuti: zero.


Il tema
Vanoli non fa male a Conte: il Torino giudice del campionato dura 7 minuti
Le parole di Vanoli per una volta non convincono: prestazione insufficiente
—Forse per la prima volta da quando è a Torino le dichiarazioni di Vanoli sono incongruenti con quanto si è visto in campo. “Abbiamo fatto una buona prestazione, buttata via con due episodi fotocopia. Sapevamo della bravura negli inserimenti di McTominay ma non l’abbiamo fermato. Poi c’è stata una buona reazione su un campo difficile” ha dichiarato il tecnico granata. Un'analisi un po' troppo ottimistica. L'avversario era forte, l'ambiente era difficile, però il Torino non ha mai dato l'impressione di poter pungere e far male. Un Torino davvero scialbo che ha perso senza colpo ferire. Va detto che le giustificazioni per il Torino ci sono, dettate anche dagli infortuni che hanno colpito i granata nelle ultime settimane. Lo ha anche evidenziato lo stesso Vanoli: "Da qualche settimana stiamo avendo delle defezioni tra squalificati, l'assenza di Gineitis non ci ha permesso di continuare con il nostro modulo abituale, abbiamo recuperato all'ultimo Valentino, Vlasic e Ilic ma non potevano avere giustamente i novanta minuti, però hanno fatto una buona partita. Quando è successa questa defezione nel riscaldamento di Samuele giustamente abbiamo dovuto spostare qualche pedina ma questo non deve essere un alibi perchè secondo me chi è entrato ha fatto la sua parte" (LEGGI QUI).
Il ritorno del 3-5-2 per necessità, poi il 4-2-3-1 per il finale
—Entriamo quindi nel merito delle scelte effettuate da Vanoli. Il Torino per necessità si è schierato con il 3-5-2, il modulo abbandonato con l'inizio del 2025. Ha dovuto quindi lasciare da parte almeno per una sera il 4-2-3-1. I numeri della rosa per garantire con costanza il 4-2-3-1 sono piuttosto corti, le ultime settimane lo stanno confermando. Con Lazaro a mezzo servizio, con un Vlasic non al meglio è difficile garantire una trequarti fornita di tre elementi (già nella scorsa partita Vanoli si era trovato costretto ad alzare Casadei). A Napoli ha preferito optare per la difesa a tre con Coco, Maripan e Masina. In avanti Elmas a supporto di Adams. I limiti del sistema di gioco con il centrocampo a 5 sono emersi nuovamente a Napoli, non a caso il Torino ha cambiato ritmo quando ha cambiato modulo. Nel secondo tempo Vanoli ha cercato dapprima di aumentare la qualità (Ilic per Tameze), poi è tornato al 4-2-3-1 (Karamoh, Vlasic e Lazaro in campo). Le cose però non sono cambiate. Il Torino a Napoli non ha inciso ed è stato un giudice troppo facile del campionato di Serie A 2024/2025.
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