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Belotti: “Immagino il mio futuro a Torino. E quelle curve storiche del Filadelfia…”

Redazione Toro News

"Il primo anno con Ventura feci dodici gol. Ma in tante partite sbagliavo gol facili. L'anno dopo invece ogni palla che veniva a me facevo gol. La fortuna è così, non era cambiato niente in particolare. Poi due infortuni al ginocchio l'anno dopo i 26 gol. Prima, in casa col Verona, mi lesiono il collaterale interno e sto fuori un mese e mezzo. Riprendo a giocare e mentre sto per tornare in forma in allenamento mi faccio male in un altro punto, il corpo di Hoffa, una zona sotto il ginocchio tra rotula e tendine. Un infortunio più fastidioso del primo perchè più doloroso. Per riprendere c'è voluto diverso tempo, psicologicamente e fisicamente. Pensai ad un'annata di merda, vieni da un campionato fantastico e ti fai male. Ma come mi hanno insegnato i miei, bisogna combattere. Adesso mi sento bene, ho tenuto a lungo il ginocchio sotto controllo. Ora ci siamo".

Sulla Nazionale: "E' un sogno, sempre un'emozione incredibile. Quando indosso la maglia azzurra, vivo come un onore il rappresentare la mia nazionale. Spero di tornare e lavoro perchè questo accada. Con la Svezia tante cose andarono male. La partita là era stata strana, finita quella partita tutti si pensava che ci saremmo rifatti a Milano. Ma siamo arrivati contratti, mancava lucidità, non c'è stata sicurezza. Lo spogliatoio dopo la partita era brutto, tutti piangevano.E' stato un fallimento generale".

"Il futuro? Lo immagino a Torino perchè da quattro anni mi trovo benissimo. Sono in una grande piazza,una grande società. Con dei compagni fantastici. E io ho sempre pensato che Torino sia una città bellissima. Se devo dire un posto dove immagino il mio futuro dico Torino. Si sente molto il fatto di essere gli eredi del Grande Torino perchè si gioca qui al Filadelfia. Il segno della loro presenza e della storia del Toro sono le due curve rimaste da allora. E' una cosa che ti collega ai tempi passati e ti fa immaginare sul prato Mazzola, Loik, Ossola, Gabetto e tutti gli altri. Ogni volta che entro in campo, mi giro verso quella curva".

L'intervista completa sul giornale oggi in edicola.

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