Hai perso due finali di Conference League. Come si supera una delusione così? "Le sconfitte fanno parte del calcio, come della vita. Purtroppo, sono più numerose delle vittorie, anche se alcuni giocatori fortunati hanno vinto più di quanto abbiano perso. Non ci si abitua mai alla sconfitta. Fa sempre male, soprattutto perché in quelle finali ci credevamo tanto. Avevamo un gruppo unito e volevamo portare un trofeo a Firenze per le persone che abbiamo perso, da Davide Astori fino a Joe Barone. Ci siamo andati vicinissimi. Rimarrà sempre un grande rimpianto. Ma nel calcio, come nella vita, bisogna voltare pagina, imparare dagli errori, migliorare e andare avanti".
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Biraghi: “Questa maglia gloriosa è un onore. Farò di tutto per essere da Toro”

Pensi ancora alla Nazionale? "Fino a quando non si appendono gli scarpini al chiodo, è giusto pensarci. Oggi l’Italia ha una nuova generazione di talenti con un grande futuro, e un allenatore tra i migliori del nostro Paese. La gente ha ritrovato il piacere di guardare la Nazionale ed è già una vittoria. Ma per arrivarci, tutto passa da quello che farò qui".
E fuori dal campo? Chi è Cristiano? "Quello che vedete e sentite, sono io. Non ho maschere né doppie facce, quando sono felice lo faccio vedere e anche quando non lo sono. Amo stare con la mia famiglia: ho una moglie meravigliosa, due bambine stupende e genitori fantastici. Vivo una vita normalissima, mi piace lo sport in generale e i miei hobby sono la PlayStation e passare tanto tempo con la famiglia".
La tua famiglia verrà a Torino? "Per ora resterà a Firenze. Le bambine vanno a scuola e spostarle a metà anno non era la scelta giusta. Sarà difficile stare lontano, ma troveremo il modo di vederci spesso".
Hai già visto un po' la città? "L'ho vista poco per ora, ma mi ha dato un'ottima impressione. È una città molto bella e tranquilla".
Vuoi fare un saluto ai tifosi? "Sì, so che siete calorosi. Farò di tutto per onorare questa maglia e diventare un giocatore da Toro".
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