Dopo 15 anni di presidenza, Cairo ha tratto ancora una volta un bilancio: "Ci sono state 3 stagioni negative. Quella del 2008-2009 quando retrocedemmo, quella del 2010-11 quando non andammo nemmeno ai playoff, e l’ultima stagione in cui speravo pagasse il non aver toccato la squadra convinto che con un paio di innesti sarebbe salita ancora più su in classifica". Ma oltre ai passi falsi, il patron granata riconosce alla società, alla squadra e a quanti hanno concorso per il bene del Torino i successi raggiunti: "Ci sono state anche cinque stagioni molto positive: le due promozioni, le due stagioni al settimo posto con accesso all’Europa League, quella in cui abbiamo raggiunto gli ottavi di finale".
Cairo ha mai pensato di cedere? "No, sono impegnato a ripartire e a seguire un nuovo ciclo che spero con Giampaolo e Vagnati ci regali soddisfazioni. Ma voglio chiarire ai tifosi che se in futuro dovesse presentarsi qualcuno con mezzi superiori ai miei e un progetto serio, sono pronto ad ascoltarlo. Però non intendo lasciare il Torino ai primi parvenue che si presentano".
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Il Toro, sotto la presidenza Cairo, ha visto avvicendarsi 13 allenatori, ma con Ventura - artefice del ritorno in Serie A nella stagione 2011/2012 - c'è stata la svolta, come conferma il patron: "Abbiamo instaurato un rapporto personale e professionale molto forte e intenso. Mi ha aiutato a capire meglio il calcio. Con lui ho investito di più sui giovani - racconta Cairo che poi spiega - Un ciclo importante, gli devo forse l’emozione più grande: la vittoria a Bilbao in Europa League".
Cairo ha poi parlato dei giocatori e ha espresso il suo apprezzamento riguardo Belotti, simbolo della storia recente granata: "Per quello che ha dato non solo come rendimento e gol ma come atteggiamento, generosità, valori. E' un sempio per i compagni, idolo per i tifosi, ispirazione per i giovani del vivaio".
Il presidente granata ha poi concluso parlando del nuovo ciclo iniziato con Marco Giampaolo e dela fiducia riposta nel tecnico: "Ho sensazioni molto positive, ma diamogli tempo. Certamente ogni volta che ci parlo mi dice qualcosa che mi sorprende, con una chiave di lettura originale e interessante che dimostra come sia davvero un grande conoscitore di calcio".
Infine l'augurio rivolto a se stesso: "Riuscire attraverso questo nuovo ciclo a dare gioia ai tifosi e a togliermi ancora qualche soddisfazione come presidente. Sperando che questi anni alla guida del Torino siano giudicati con maggiore serenità. Tante cose positive sono state fatte, tante altre vorrei realizzarne. Ho sempre avuto un unico obiettivo: il bene del Toro".
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