Il 2025 granata in 6 foto: marzo/aprile nel segno dei nuovi acquisti

Prosegue il viaggio nei ricordi dell'anno solare 2025. La primavera vede un Toro che, nei mesi di marzo e di aprile, ha voglia di rinascere insieme ad Eljif Elmas, anche lui con tanto da dimostrare. Con i nuovi acquisti finalmente inseriti trai i giochi e un’identità in campo più riconoscibile, il Toro ritrova continuità, punti pesanti e qualche sorriso, pur senza cancellare del tutto ombre e passi falsi. Sugli spalti torna a circolare il termine “vanolismo”, ma è il macedone a catalizzare l’attenzione: corsa, qualità e strappi che illuminano la trquarti. Dopo l’esperienza opaca a Lipsia, Elmas rinasce sotto la guida del suo nuovo allenatore, si sblocca e inizia a fare innamorare i tifosi già nel giorno di San Valentino con la prima rete granata. Poi, in primavera, cambia marcia. I gol contro Monza, Parma e Verona, gli unici della stagione, diventano simbolo di un impatto decisivo e di un amore sbocciato in fretta tra il giocatore e la sua nuova gente. Purtroppo, un amore veloce. Il Torino cercherà di riscattare il giocatore in estate, ma il futuro ha per lui in serbo il ritorno al Napoli. La gara contro il Monza pesa più del previsto, e proprio per lo 0-2 conquistato dal Torino assume un valore che va oltre i tre punti. La vittoria esterna regala leggerezza e un nuovo sprint emotivo al gruppo, che affronta le gare successive con un atteggiamento più sciolto e sicuro di sé. Non è un successo qualunque: con il Monza i granata vincono, finalmente, per la seconda partita consecutiva, un evento che mancava da fine agosto. Per ritrovare un filotto di due vittorie di fila in campionato, infatti, bisogna tornare indietro di mesi, a un Torino ancora estivo, diverso per condizione e consapevolezza. A Monza arrivano risposte incoraggianti anche dai singoli: in gol vanno Elmas e Casadei, due nuovi acquisti le cui reti non accendono soltanto il tabellino, ma l’intero ambiente: la squadra trova fiducia, i tifosi tornano a respirare entusiasmo. Il successo lombardo diventa così un punto di ripartenza, un mattone psicologico fondamentale per le partite che attendono i granata sul finale di stagione. La rinascita primaverile del Torino prende sostanza nei cinque risultati utili consecutivi che, gara dopo gara, riaccendono l’entusiasmo dell’ambiente granata. La striscia si apre con lo 0-2 esterno contro il Monza, vittoria solida che conferma l’efficacia del 4-2-3-1 di Vanoli. Seguono il 2-2 di Parma, l’1-0 casalingo contro l’Empoli - tre punti sporchi ma pesantissimi - e l’1-1 a Roma contro la Lazio. Il quinto risultato utile è ancora un 1-1, punto guadagnato stavolta in casa contro il Verona, a suggellare continuità e convinzione ritrovata. Nel sistema di Vanoli, Elmas diventa protagonista: va a segno in tre gare su cinque. Sulle fasce, Karamoh si alterna con Lazaro, mentre Vlasic agisce alle spalle di Adams, chiamato a fare reparto da solo ma costantemente sostenuto dalla mobilità dei trequartisti. In mediana si vede fiorire un nuovo innesto. La coppia formata da lui e Samuele Ricci sorprende per equilibrio e qualità: due ragazzi giovani che sembrano compagni di squadra da sempre e che puntano la chiamata in Nazionale. A brillare in mediana, come abbiamo detto, non c'è soltanto Samuele Ricci, che saluterà i granata a fine stagione, ma anche un altro ragazzo. Un ex Chelsea che è tuttora in rosa: Cesare Casadei. Se dovessimo definire con un singolo termine il mercato di gennaio messo in atto nel 2025 dal Torino, quello è "rivincita". Hanno voglia di rivincita Elmas e Cristiano Biraghi, così come ce l'ha anche il centrocampista di Ravenna. Contro il Monza, Casadei trova il primo gol in Serie A nonché il suo primo sigillo con il Toro. È una rete voluta, cercata, quasi pretesa: in campo tira da ogni posizione, insiste, ci prova senza esitazioni. L’azione del gol dello 0-2 nasce da un’intuizione di Vlasic che scarica il pallone sui piedi di Adams. È lo scozzese a premiare l’inserimento di Casadei nel cuore dell’area, dove controlla, resiste al contatto e sfonda la porta con forza. Il raddoppio è meritato: il Torino cresce in aggressività, domina il campo e concede pochissimo ai brianzoli, guidando la gara con attenzione, equilibrio e una gestione difensiva matura. A febbraio la cessione di Ivan Ilic allo Spartak Mosca sembrava cosa fatta, poi l’affare è saltato all’improvviso, riaprendo interrogativi sul futuro del numero 8. Che fare? Se lo chiede Urbano Cairo in ottica mercato, ma soprattutto se lo chiede Vanoli, che sceglie la strada più utile al Torino: reinserirlo gradualmente nelle gerarchie. A Roma, contro la Lazio, arrivano i primi minuti, ma solo nel finale, a pochi istanti dal 90’. La gara successiva, contro il Verona, è un concentrato di emozioni: il match si accende nella ripresa, con un vortice di episodi in appena otto minuti. Ché Adams fallisce un rigore, Vanja Milinkovic-Savic non è impeccabile sull’uscita che porta al gol di Sarr, e al vantaggio degli scaligeri. Il Torino reagisce subito: Elmas firma l’1-1 con una giocata di qualità, restituendo equilibrio all'incontro. Nel finale, però, i granata restano in dieci per l’espulsione di Ricci, episodio che lascia rimpianti nonostante il punto che vale l’aggancio momentaneo al decimo posto. Per Ilic, almeno, ci sono segnali: entra al 25’ della ripresa, gioca una gara solida e trova minuti, candidandosi a un ruolo ritrovato in mediana. Mullet biondo, numero 32 sulle spalle e presenza da centravanti vero: a Parma, Mateo Pellegrino si prende la scena e si scrolla di dosso i paragoni ingombranti. Etichettato a inizio stagione come “il nuovo Retegui”, il gialloblù firma proprio contro il Torino la sua prima doppietta in Serie A. Prima l’1-1 al quarto d’ora della ripresa, quando Valeri scende a sinistra e disegna un cross velenoso che sorprende Lazaro; al centro dell’area, Pellegrino si defila da Biraghi, tocca il suo primo pallone della gara, controlla e timbra il pari. È il suo primo gol assoluto in Serie A. Il Torino torna avanti con l’ottavo centro stagionale di Adams, ma il Parma non molla. Nel finale, a sette minuti dal 90’, sugli sviluppi di un angolo, sbuca di nuovo la sua testa: stacco pulito e 2-2, doppietta personale. Due gol diversi, stesso marchio: fame, tempismo e letture offensive. Più che l’etichetta, resta la sostanza: Pellegrino si rivela centravanti incisivo: mette in stallo il Toro, trascina e tiene vivo il Parma fino all’ultimo respiro. I granata restano beffati, intanto Pellegrino gli dà appuntamento per la stagione successiva, dove segnerà la sua seconda doppietta.