Nella vita capita di fare scelte affrettate, a chiunque. E spesso, questo accade anche nel calcio. In queste righe si parla di Lucas Boyé, vecchia conoscenza del Torino: il giocatore è stato in granata per due stagioni sotto la gestione di Mihajlovic e per qualche mese con Mazzarri. Oggi gioca in Spagna, con l'Elche, che due estati fa (nel 2020) comprò il cartellino del giocatore per circa 2 milioni, che per il Toro significarono plusvalenza considerato che era arrivato a Torino a parametro zero dal River Plate (QUI i dettagli).
Il Tema
In Argentina Boyé nella Seleccion: un giocatore scaricato con troppa fretta
L'ex attaccante del Torino ha fatto le sue fortune dopo l'addio al granata: l'addio è stato un po' troppo precoce
RINASCITA - Con il Torino la scintilla non è mai scoccata definitivamente, ma l'attaccante si può dire che sia riuscito a fare le sue fortune lontano dalla Mole. Dopo la breve esperienza al Celta Vigo (in cui non è riuscito a segnare), ha cominciato ad ingranare prima con l'AEK Atene, con cui ha segnato 6 gol in 23 presenze, per poi avere un leggero calo l'anno successivo in prestito al Reading in cui ha segnato solo 2 reti in 24 apparizioni. Ma quando Boyè è arrivato all'Elche si è subito trovato a suo agio, riuscendo anche a segnare al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid, rischiando di portare a casa un successo storico. Al momento ha realizzato 7 gol e 3 assist in 20 presenze; cifre che hanno convinto anche il ct albiceleste Scaloni, il quale lo ha notato e ha deciso di premiarlo con una convocazione (QUI i dettagli). Il risultato per Boyé è splendido, ma va anche tenuto in conto che proprio Scaloni sta dando spazio a molti volti nuovi in questo periodo.
FRETTA - Dopo questo bel traguardo ci si pone di fronte ad una riflessione quasi obbligatoria: il Torino ha avuto troppa fretta di sbarazzarsi di Lucas Boyé? Dando un contesto al suo periodo granata, è arrivato al Torino ad appena vent'anni e veniva considerato uno dei migliori prospetti della sua generazione. Si è presentato con un gol da capogiro in Coppa Italia, ma già nella sua prima stagione ha fatto vedere di avere delle difficoltà realizzative: infatti in quella stagione di Serie A ha segnato solo un gol (e due assist). L'anno successivo fino a gennaio non è riuscito ad incidere e da quel momento è cominciata la sua girandola di prestiti in giro per l'Europa. Dopodiché ogni estate non veniva giudicato pronto dai vari allenatori e per questo motivo è stato ceduto poi definitivamente. Considerati i risultati soprattutto dell'ultimo anno, Boyé avrebbe potuto dare molto di più al Torino, anche soltanto a livello economico. Nel calcio è sempre complicato fare valutazioni sul potenziale di un giocatore giovane, che per arrivare a piena maturazione può impiegarci più anni. La storia di Boyè, che avrebbe potuto essere una risorsa per il Torino oppure essere venduto per cifre più alte, insegna che ai giovani va dato tempo e modo di crescere, dentro e fuori da una società.
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