Baroni le ha chiesto qualcosa in particolare?"Il mister vuole un calcio di movimento, vogliamo essere una squadra che tiene più la palla degli avversari. Il nostro calcio dev'essere attivo, non passivo, quindi devo stare in movimento. Ho già trovato altri allenatori che richiedono quello che mister Baroni mi sta chiedendo in questi giorni. Mi adatto perfettamente alle esigenze. I ruoli nel calcio sono ormai sempre meno importanti perché chiunque deve saper fare tutto".
Com'è stata la sua fase di adattamento al Torino? Era una priorità restare?"Mi sono trovato molto bene, conoscevo tanti ragazzi e quindi è stato più semplice. All'inizio potevo avere il timore del cambiamento perché arrivavo da tanti anni in una stessa società, ma già dall'inizio tutti coloro i quali lavorano per il Torino mi hanno accolto benissimo facendomi sentire a casa. Nella prima parte della mia esperienza la mia famiglia è stata a Firenze, questo non è stato semplice da gestire. Ora arriverà a Torino e le mie figlie andranno a scuola a Torino. Quindi, direi che la fase di adattamento è andata benissimo, ora ne inizia una nuova con la mia famiglia al fianco".
Come si trova a Torino?"Il centro mi piace molto, anche se non l'ho girata tantissimo perché nei primi mesi senza famiglia dopo gli allenamenti tornavo subito a casa. Io posso vivere ovunque ma l'importante è che si trovi bene la mia famiglia. La famiglia viene prima di tutto. Come detto al direttore già lo scorso inverno, la mia decisione finale sarebbe stata presa sia per il contesto squadra sia per come sarebbe stata la mia famiglia. Siccome tutto è andato per il meglio, non potevo che restare. A Torino posso dire che sto in pace con il mondo".