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Torino, la conferenza stampa di presentazione di Juric: tutte le dichiarazioni

Foto Lapresse/Ufficio stampa Torino FC

In diretta la prima conferenza stampa del tecnico croato allo stadio Olimpico Grande Torino

Gianluca Sartori

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Termina qui la conferenza stampa.

16.36 Domanda per Cairo: cosa ha appreso in queste ultime due stagioni di grande sofferenza?

Cairo: "Ho appreso che servono giocatori motivati e felici di stare al Toro, che aderiscano al cento per cento al nostro progetto. Quindi, sia nei calciatori che dobbiamo prendere, sia in quelli che dovremo tenere, questo dovrà essere il primo requisito".

Domanda per Juric: ha chiesto alla società qualche giocatore avuto in passato che stima particolarmente?

Juric: "Al momento no. All'Hellas ho conosciuto ragazzi speciali, ma non ho fatto richieste in questo senso alla società. Poi nel mercato può succedere di tutto, ma al momento non ci sono state queste richieste".

16.31 Ancora Cairo: "Il mister per il momento ci ha detto di non fare nulla sul mercato perchè vuole valutare i giocatori. Andrò a Santa Cristina e valuteremo il da farsi una volta che lui avrà maturato le sue idee. Poi non dichiareremo mai obiettivi. A me piace l'Atalanta quando dicono: l'obiettivo è la salvezza. Si fanno i 40 punti e poi si vede. Ecco, faremo la stessa cosa. Lavoriamo, facciamo gli innesti giusti. Poi si vedrà". 

16.28 Domanda per Juric: la sua filosofia di calcio richiede tanta corsa. Il Torino negli ultimi due anni è stato tra le squadre che hanno corso di meno. Un dato legato a motivazioni, a metodologia di allenamento, a caratteristiche?

Juric: "Più che corsa, chiedo partecipazione e attenzione. Chiedo energia emotiva. Poi a me piace un calcio dinamico, in cui si attacca la verticalità, quindi serve gente che viaggia. Magari il calcio di Giampaolo necessita di meno corsa... Però in generale abbiamo giocatori con il motore giusto, altri che li voglio vedere, ma in generale il Toro ha già giocatori capaci di giocare con ritmi alti e intensità".

16.26 Ancora Cairo: "Contestazioni? Ho visto qualche camion vela, che sono anche folcloristici, ma a parte questo non vedo tutta questa contestazione. In ogni caso se ci sono tifosi insoddisfatti hanno ragione. Gli ultimi due anni non sono stati all'altezza nemmeno di quello che avevamo fatto noi stessi negli anni precedenti, facendo dei risultati che al Torino non si vedevano dagli anni Novanta. Il Torino non è in Serie A per dieci anni di fila dagli anni Ottanta! Ecco, insomma, per quel che riguarda la mia permanenza: in questo momento non ho intenzione di vendere. L'arrivo di Juric mi ha rimotivato, come mi era già successo anche con Nicola. Quindi non ho intenzione di vendere il Torino".

16.10 Domanda per Cairo: come pensa che finirà la questione Belotti?

Cairo: "Ha detto il mister che è un top player che ha fatto cose straordinarie tranne nell'ultimo periodo. Belotti è da sei anni con noi, l'ho preso al Palermo nel 2015, ho sempre fortissimamente creduto in lui. Ho sempre cercato di portarlo in palmo di mano. Quando facemmo quel rinnovo con clausola annessa era perchè ci tenevo al fatto che Belotti potesse avere nuovi stimoli anche per quella valutazione importante, di 100 milioni, che davamo di lui. Ci tenevamo al fatto che avesse un riconoscimento "coram populo" notevole. Vi racconto un'aneddoto in merito. Io ho un'azienda in Spagna che edita giornali importanti, e una sera andai a cena con Florentino Perez per conoscerci. Lui mi raccontò che stava rinnovando il contratto a Kroos, che aveva messo una clausola di un certo tipo. Gli dissi che anche io avevo un giocatore importante, Belotti. Eravamo a novembre del 2016, Belotti non era conosciuto all'estero a quei tempi. Forse non era andato ancora in Nazionale o forse ci era appena andato. Dissi quindi a Perez che gli avevo messo una clausola a 100 milioni e lui si stupì molto. La cosa aveva acceso interesse nei suoi occhi. Prima di firmare quella clausola, chiesi a Belotti se se la sentiva di avere quella valutazione. Lui mi rispose che non era un problema e che avrebbe pensato solo a giocare a calcio, tanto che in quell'anno fece 26 gol. Insomma, il mio livello di stima e affetto nei confronti di Belotti è massimo. Quando nel 2017 lo cercò il Milan lui non rimase indifferente, perchè il Milan è il Milan. Mi ricordo che ne parlammo, la cosa in qualche modo lo destabilizzò. Poi riprese ad esprimersi bene perchè è un ragazzo serio con un gran senso del dovere. Ricapitolando, io nei confronti di Belotti ho una stima sconfinata per il ragazzo e per il giocatore che è. Dopodichè è importante, adesso in particolare, in una stagione come questa in cui noi stiamo cercando di rifare le cose in un certo modo, che ci sia una sua adesione totale a questo progetto nuovo".

C'è chi la contesta e le chiede di vendere. Poi c'è il caso Blackstone. Che obiettivi ha a lungo termine col Torino?

Cairo: "Vedo che Blackstone è diventato un argomento di grande interesse per Tuttosport, che sembra diventato un giornale economico. Faccio un breve inciso, allora. Rcs nel novembre 2013 vendette un immobile a un prezzo di 120 milioni. Successivamente un perito del collegio arbitrale che io azionai per avere giustizia disse che ne valeva 153, di milioni. Ricordo bene che nell'estate del 2013, quindi poco prima, diventai socio di Rcs; e il mio ingresso in Rcs fece parlare molto i giornali. Quando ho letto successivamente che Rcs aveva venduto a quel prezzo quell'immobile pazzesco, scrissi al professor Provasoli chiedendo come era possibile vendere a 120 milioni un immobile di quella importanza per affittarlo poi a un rendimento dell'8.5% quando oggi i rendimenti sono del 3.5%. Lui mi rispose scrivendomi le sue ragioni, a quell'epoca però non avevo potere e lasciai perdere. Insomma, già allora mi sembrava una cosa che non stava nè in cielo nè in terra. Ora sono sette anni e mezzo che loro hanno riaffittato l'immobile: facendo un piccolo calcolo si trova che loro hanno già incassato affitti per 80 milioni spendendone 120 milioni. Una volta diventato presidente con una due diligence interna abbiamo deciso di azionare l'arbitrato. Il Collegio Arbitrale non ci ha dato ragione e non ha liquidato un danno a nostro favore. Ma ha detto che la nostra lite non era temeraria, era in buonafede e condotta con correttezza, fatto compensando addirittura le spese ed esercitando quindi un diritto costituzionale. Noi abbiamo impugnato il lodo e ci sarà un Giudice di Corte d'Appello che deciderà se il lodo arbitrale è giusto o meno. Per quel che riguarda la causa americana, lo stesso Collegio Arbitrale disse che la competenza a giudicare è sua, non della corte di New York. Tutto è avvenuto in Italia, l'America non c'entra nulla. E avere avuto dal Collegio Arbitrale la dichiarazione di legittimità della causa è un punto a favore. Tra parentesi: l'immobile oggi, considerando come va il mercato italiano, probabilmente vale 50 milioni in più del prezzo al quale Blackstone l'avrebbe rivenduto ad Allianz. Blackstone eppure ha chiesto un danno... Un danno che non c'è e che in America non può essere giudicato, un danno che non è causato da una temerarietà di una lite".

16.07 Domanda per Juric. Che tempi si immagina per i rinforzi? Perchè si fida di Cairo e Vagnati, dopo che in passato sono state disattese delle promesse sui rinforzi?

Juric: "Io metto le cose diversamente rispetto alla tua domanda. Io non esigo nulla, non ragiono così. Abbiamo le idee chiare. Se ci manca un pezzo, non muore nessuno. La perfezione non esiste. A Verona ci siamo adattati alle situazioni. Abbiamo messo dei centrocampisti come attaccanti e abbiamo vinto. Lo spirito e la voglia possono sopperire a certe mancanze. Al momento ho detto alla società: bloccate tutti, non voglio vendere nessuno, voglio valutare anche chi non ha fatto bene. Ora voglio parlare con tutti e avere sensazioni chiare, poi prenderemo le decisioni. La cosa peggiore è prendere giocatori e accorgersi che non vanno bene. Quando si prende qualcuno bisogna essere sicuri al cento per cento che sia quello giusto. Ho visto i soldi che ha speso il Torino l'anno scorso tra Sanabria, Mandragora, Linetty, Rodriguez... Se spendono così anche con me faccio una festa! Non sono abituato a questo lusso. Per adesso mi fido della società, poi vediamo..."

16.03 Relativamente ai portieri, ci sono delle gerarchie? Risponde Juric: "Il titolare è Vanja, Berisha è il secondo".

A Cairo viene chiesto di Sirigu: "Lui per ora è ancora con noi. Ha fatto con noi quattro anni. E' ambizioso, però forse nell'ultimo anno l'ho visto meno felice di essere con noi. Forse aveva delle ambizioni diverse, un desiderio diverso. Allora forse può essere giusto accontentarlo e dargli la possibilità di fare quello che ritiene meglio per lui. Ha una grande esperienza, ha 34 anni, i portieri vanno avanti a lungo. Io con lui ho un rapporto splendido, lo stimo tanto sotto tutti i punti di vista, ma le motivazioni sono importanti. Attenzione: Sirigu non è che non fosse attaccato alla maglia. Lo era, ma forse c'era il pensiero che per lui potesse esser giusto fare una cosa diversa. E questo magari può essere nocivo anche per uno bravo come lui. Credo che bisogna dare a tutti le possibilità di fare quello che vuole. Da parte mia c'è comunque grande affetto".

16.00 Altra domanda per Juric: Lei ha un programma di tre anni col Torino. Ci può dire se c'è un esempio in Serie A a cui può ispirarsi il Torino?

Juric: "Voglio giocare aggressivamente, con meno paura, con uno spirito diverso. Affrontando le gare attaccando. Siamo riusciti a farlo abbastanza all'Hellas. Io mi sono creato un film nella testa: bisogna dare dei segnali subito, del fatto che il Torino affronta le gare in un certo modo. Che sia riconoscibile, anche nelle giornate storte, per la voglia di provare a vincere su tutti i campi. Il metodo? Quando ti accorgi che manca qualcosa bisogna mettere dentro nuovi pezzi. Adesso io devo dare segnali, alla squadra e alla società. Devo dire: noi siamo questi, siamo capaci di fare questo, e se abbiamo questo abbiamo bisogno di altre cose le dobbiamo aggiungere. Sono convinto che in quel momento il presidente si scalderà. Esempi? Tutti pensano all'Atalanta come esempio di società media che riesce a fare grandi cose. Loro avevano già da prima dell'arrivo di Gasperini un settore giovanile che ha creato titolari che sono riusciti a rivendere, poi Gasp ha portato la sua mentalità. Io vorrei creare un Toro forte: avere tutto e subito è impossibile, ma sin da subito occorre dare dei segnali".

15.52 Domanda per Cairo: ci sono delle scelte personali che non rifarebbe? E sull'allontanamento di Bava e Comi?

"I cambiamenti a volte sono necessari. Parliamo di persone a cui sono legato affettivamente come Comi e Bava. Con quest'ultimo abbiamo fatto nove anni di cui i primi sette molto positivi. Poi ci sono dei momenti in cui senti il bisogno di cambiare perchè magari vuoi fare cose differenti. Con Bava nei suoi primi sette anni siamo tornati a vincere trofei e abbiamo anche prodotto buoni giocatori, magari non top player ma gente che ha fatto il professionista. Poi però ci sono dei momenti in cui è giusto fare dei cambiamenti; può succedere che la sintonia non sia più quella che c'era prima, che ci siano dei motivi di risentimento. Bava è stato nominato ds in prima squadra, poi è tornato nel settore giovanile, questo magari ha generato in lui qualcosa, perchè se arrivi a essere quello che hai sempre sognato e poi non lo sei più, non sei felice. Però se questo è accaduto è perchè magari dei motivi ci sono. Quando arrivò Vagnati chiesi a Bava se voleva tornare alle giovanili, perchè non è un cambiamento facile. Però non era il Bava che conoscevo. Nell'ultimo periodo poi ho visto degli scampoli del vecchio Bava, ma comunque nell'ultimo biennio le giovanili non hanno avuto buoni risultati. Nell'ultimo campionato la Primavera ha avuto problemi grossi, e così anche le categorie sotto. C'era una situazione generale che non andava bene, e comunque lui anche nell'anno in prima squadra coordinava anche la Primavera. Se uno arriva al massimo livello, ma qualcosa non va bene, poi non è facile accettare di tornare dove si era prima. Questo mi ha dato delle sensazioni non positive e ho deciso di cambiare, pur mantenendo relazioni personali positive. Ho conosciuto Ludergnani, che ha fatto sei anni eccellenti alla Spal, eccellenti sia nei risultati che nelle strutture. C'è un video su Facebook che mostra il convitto della Spal. Quando l'ho visto ho pensato: perchè una cosa così ce l'ha la Spal e non il Torino, che magari investe anche di più? Il tema è avere l'idea di farlo. Quindi queste sono le cose che ho valutato. Senza dimenticare i sette anni molto positivi che abbiamo avuto, che portarono a un rinnovo".

Così invece Cairo su Comi: "E' una persona per bene, un'ottima persona. Ma dopo dieci anni ci stava di fare un cambiamento. Oggi non abbiamo inserito per ora un direttore generale ma abbiamo all'interno della società delle persone che hanno il potenziale per arrivarci. Quindi è giusto liberare la strada davanti per vedere se questo è possibile. Abbiamo inserito in CdA un mio collaboratore molto capace in Rcs Sport, Paolo Bellino. Ha la delega agli impianti sportivi, che devono essere accresciuti e migliorati. Per il Robaldo abbiamo vinto la concessione cinque anni fa, ora sono arrivati i permessi ma cinque anni è un periodo troppo lungo. Il Comune avrà avuto le sue lentezze, ma noi potevamo fare meglio. Quindi avere uno che per tutto il giorno si occupi solo delle strutture è meglio in questo momento. Il Robaldo a noi serve tantissimo. Ci vuole uno che dalla mattina alla sera pensi solo a questo, incatenandosi al Palazzo di Città se necessario. Non voglio dare colpe a nessuno, ma io non è che posso fare tutto. Questo è il concetto".

15.50 Domanda per Juric: Serve una rivoluzione?

Juric: "Le rivoluzioni sono difficili da fare. Abbiamo tanti buoni giocatori, penso a Vojvoda, Singo, Aina. Poi c'è bisogno di mettere 4-5 giocatori di spessore, e se magari Vagnati trova qualche giovane lo mettiamo dentro. Però di giocatori buoni ce ne sono. La mia sensazione è però che molti di loro hanno giocato al di sotto delle loro possibilità. Qualcosa manca, poi Davide dovrà trovare i giocatori giusti per alzare il livello, affinchè il livello si possa alzare".

15.44 Domanda per Juric: ci sono dei giocatori che vuole assolutamente blindare?

"C'è un gruppo di giocatori su cui voglio puntare. La prima cosa che ho detto alla società è che voglio vedere tutti; capire perchè in molti hanno reso sotto le aspettative; se è oggettivo o meno che questa squadra valga il 17° posto. Alcuni giocatori so che sono buoni, altri li voglio valutare sia come giocatori che come persone. Questo periodo di ritiro mi servirà a questo. Ma l'idea su chi sono i nuovi leader ce l'ho. I nomi? Sono 10-12 giocatori, posso dire Bremer, Mandragora, Sanabria, Lukic.. Buongiorno può crescere ancora tanto. Ci sono tanti giocatori che possono fare bene ma devono liberarsi di un po' di negatività. Dobbiamo portare freschezza e valori nuovi. Belotti? Per me è un top player, il suo modo di fare calcio è bello, pulito. Il Gallo degli ultimi sei mesi però non mi è piaciuto. Ora deve scegliere lui, è il capitano, dovrà capire se è il momento di cambiare, o presentarsi da me dicendo che è il mio capitano. In altri elementi, poi, ho percepito una certa saturazione, una certa sofferenza: alcuni giocatori si sono stufati per le ultime sofferenze. Queste sono le cose che bisogna valutare. Dobbiamo prendere una strada ben precisa, non c'è posto per gente che non è contenta".

Ancora su Belotti: "Quello che ho notato da fuori è che negli ultimi mesi non era il solito Gallo. Non so le ragioni. Forse perchè una squadra che arriva settima e che poi lotta per due anni per salvarsi va incontro a un cambiamento clamoroso. Bisogna capire questo; se c'è una certa saturazione in qualcuno bisogna capirlo. A questo mi riferisco. Il suo contributo per il Torino negli anni è stato fantastico, ma negli ultimi mesi non ho visto il solito Gallo, quello che spesso risolveva lui i problemi".

Domanda per Cairo: quale sarà l'obiettivo?

Cairo: "Condivido quello che ha detto il mister. Noi abbiamo fatto anche ottimi campionati, ma gli ultimi due sono andati male. Nel penultimo avevamo fatto un girone di andata discreto, partendo con le qualificazioni europee e uscendo solo con una squadra forte come il Wolverhampton. Poi però abbiamo fatto un girone di ritorno non buono. E' meglio non fare voli pindarici, pensare a fare le cose che vanno fatte con il mister e sul mercato".

15.40 Una domanda per Cairo. Quando ha capito che ce l'avrebbe fatta a prendere Juric?

Cairo: "La mia sensazione relativamente al fatto che Ivan potesse arrivare c'è sempre stata, perchè c'era feeling sin dall'anno scorso. C'era identità di vedute ma anche nel modo di vedere la vita e il calcio. Poi c'erano di mezzo altre cose; ovviamente il Verona doveva dare una disponibilità, anzitutto. Il nostro mister poi aveva moltissime richieste anche da parte di altri club e non era scontato nulla. Ma la mia percezione era quella che ci fosse una certa identità di vedute e una certa simpatia".

Domanda per Juric: perchè ha scelto il Torino? Aveva molte richieste.

"Avevamo fatto una chiacchierata l'anno scorso col presidente in cui c'era stata la sensazione di capirsi, di avere di idee simili. Poi ho valutato il fatto che ci sono 10-12 giocatori dal 1996 in su che possono fare meglio di quanto fatto finora. Poi sono sicuro che la rosa migliorerà e che Davide cercherà giocatori con le caratteristiche indicate da me e dal mio staff. Io penso che in questo momento noi partiamo da un punto basso, 17° posto con dei problemi. Ci sono tante cose non positive, e questo è proprio uno stimolo importante: far crescere la società, portare valori, puntare sulle cose in cui crediamo. Sono sicuro che il presidente sarà molto presente in questa crescita: ho la sensazione che qui possiamo creare qualcosa. L'idea di trovare giocatori interessanti che hanno fatto male e con i quali lavorare per farli migliorare mi stuzzica".

15.39 Si è guadagnato delle etichette, come quella di allenatore guerriero, o valorizzatore. Le piacciono?

Juric: "Mi piace valorizzare le persone con cui lavoro. A Verona abbiamo fatto un decimo posto e un nono posto facendo crescere ragazzi. Magari un giocatore che valeva 5, come valore tecnico, adesso vale 8 perchè si è sacrificato, ha lavorato, e ha dimostrato valori. Questa etichetta, quella del valorizzatore, me la prendo volentieri".

15.37 Partono le domande a Juric. Quale è il suo obiettivo? Quali sono le sue sensazioni?

"Quando si fanno due anni come quelli del Torino vuol dire che ci sono dei problemi: strutturali, mentali, a livello di giocatori. Bisogna ripartire da questo senza illudere nessuno. Si riparte da un 16° e un 17° posto. Si cercherà di migliorare, proponendo un calcio aggressivo e propositivo. Cambieremo i metodi di lavoro. Non so quanti passi in avanti faremo, lo dirà il tempo, dire un obiettivo ora e subito non ci sta".

15.33 Cairo su Juric: "Ho detto altre volte in situazioni simili che l'allenatore di turno lo avrei voluto prendere prima, ma stavolta è vero a maggior ragione. Già un anno fa avevo apprezzato il suo lavoro al Verona, aevva valorizzato tanti giocatori, da Kumbulla a Rrhamani. Poi una sera vidi Verona-Inter; prima di allora non avevo mai avuto un contatto diretto con lui. Ho sentito dopo quella partita una sua intervista in tv e mi colpì tantissimo per quello che disse e per come lo disse, per quello che trasmetteva. Mi diede la sensazione di avere qualcosa di speciale. Quindi dissi a Vagnati che lo avrei voluto incontrare. Ci siamo visti un giorno in un albergo, abbiamo mangiato insieme e l'incontro confermò ancora di più l'impressione di avere di fronte una persona top. Poi lui scelse di rimanere a Verona, dove aveva un contratto. Anche quest'anno aveva il contratto, ma ha parlato col suo presidente Setti, che si è comportato in modo eccezionale assecondando i suoi desideri. Insomma, già un annof a provai a prenderlo ma mi disse che voleva rimanere al Verona. Quest'anno ci abbiamo riprovato ed ecco qua Ivan Juric".

15.30 Prende la parola Cairo. "Presentiamo Juric che non ha bisogno di presentazioni, ma per noi è importante introdurlo come mister del Toro. Prima di parlare di lui, ci tenevo a fare uno speciale ringraziamento a Davide Nicola. Ha fatto un campionato importante: arrivato che avevamo 13 punti, ha lavorato con entusiasmo ricompattando tutti. Anche io mi sono coinvolto di più con il suo arrivo. Lo conoscevo come sapete dal 2006, quando da giocatore contribuì a quella storica promozione al mio primo anno da presidente, facendo il gol decisivo. Ha fatto con noi 125 giorni; un periodo in cui io sono stato con la squadra 37 volte, quindi ho dedicato un tempo incredibile, era importante farlo. Lui, insomma, mi ha contagiato con il suo entusiasmo. Io ho cercato di fare il possibile per stare vicino alla squadra in ritiro, a cena, perfino in sala massaggi. Il suo lavoro e quello dei ragazzi ha funzionato per raggiungere un obiettivo che non era quello di inizio anno ma che in certi momenti sembrava difficile".

15.28 Sono in arrivo Urbano Cairo e Ivan Juric. Presenti in platea anche Davide Vagnati, Alberto Barile, Emiliano Moretti, Andrea Bernardelli, Gianmario Specchia. A breve il via della conferenza!

15.27 Piove a dirotto a Torino mentre i protagonisti si fanno ancora attendere

15.20 Siamo ancora in attesa dei protagonisti della conferenza stampa

14.55 Siamo collegati dallo stadio Olimpico "Grande Torino"; sono attesi i protagonisti della conferenza stampa.

Cari amici di Toro News, è il giorno della presentazione di Ivan Juric come nuovo allenatore del Torino. Il tecnico croato terrà oggi la conferenza stampa di presentazione allo stadio Olimpico Grande Torino a partire dalle 15. Alla conferenza stampa saranno presenti - oltre al nuovo tecnico del Torino Juric - il presidente Urbano Cairo e il responsabile dell'area tecnica Davide Vagnati.