È il giorno della presentazione di Gianluca Petrachi. Alle 12.30 il nuovo direttore sportivo risponderà alle domande dei giornalisti presenti nella sala conferenze dell'Olimpico-Grande Torino.

le voci
LIVE! La presentazione di Gianluca Petrachi
12.30 - Si attende l'arrivo di Cairo e Petrachi
12.51 - Arrivati il presidente e il ds, via alla conferenza
Prende la parola il presidente Urbano Cairo: "Prima di partire con la presentazione ci tengo a dire due parole su Davide Vagnati. Abbiamo avuto un buonissimo rapporto per quasi sei anni, all'inizio il percorso è stato accidentato, è arrivato con il Covid in un momento molto difficile. Poi abbiamo iniziato un percorso positivo con Ivan Juric, campionati di buon livello sfiorando la Conference League nell'ultimo anno. Il periodo è stato lungo e importante, ho deciso di fare questo cambiamento e ci tengo a ringraziare Vagnati. Non ha mai risparmiato determinazione, lavoro e viaggi. Sono molto dispiaciuto, gli faccio un grande in bocca al lupo. Con Petrachi ci conosciamo da tanti anni, è arrivato a dicembre 2009 quando purtroppo eravamo in Serie B. Abbiamo fatto mercato velocemente e in modo creativo, ha portato un giocatore come D'Ambrosio che ci ha dato un bel contributo. Poi tante altre operazioni, anche giovani. Ha dato energia e vitalità a quel campionato che era un po' particolare. Ingaggiammo Ventura nel 2011 e facemmo un buonissimo campionato, arrivando primi con il Pescara. Da lì abbiamo fatto un buon campionato in A e poi siamo arrivati settimi e siamo andati in Europa League. Quando Ventura è andato in nazionale abbiamo preso Mihajlovic e fatto un buon campionato, mi spiacque poi esonerarlo e presi Mazzarri e facemmo buone cose e tornammo in Europa League. Ci siamo lasciati con Gianluca e per un periodo anche lungo non ci parlammo, i nostri rapporti non c'erano. Grazie a un comune amico che ci teneva, ci siamo visti a cena a Milano"
Che cosa l’ha portata a decidere questo cambio?
Cairo: “Abbiamo fatto un percorso con Vagnati piuttosto lungo, ho ritenuto opportuno il cambiamento. Alla base c’è un buon rapporto personale con Davide ma ho fatto questa scelta. In venti anni di presidenza, quindici li ho fatti con Gianluca e Davide. Ho scelto così”.
Quando è nata questa trattativa?
Petrachi: “Abbiamo vissuto anni intensi, è bello tornare in quella che è stata casa mia. A Torino non ero più tornato dopo l’addio, la giornata di ieri è stata emozionante. La passione fa tanto, poi il sentimento è un valore aggiunto. Nell’ultimo periodo mi sono sentito con il presidente, volevo capire se venisse a Lecce per vedere la partita. All’improvviso ci siamo sentiti e mi ha fatto capire che c’era qualcosa che poteva nascere, voleva capire se fossi pronto e avessi le motivazioni per tornare. Io sono nato pronto, se c’è la necessità del cambiamento ci sono. Mi ha chiamato il presidente e gli ho detto che ero pronto, sono arrivato di notte”.
Come si colma il gap tra risultati e desideri dei tifosi?
Petrachi: “Da fuori ho notato una cosa: è come se ci fosse uno scollamento, credo che il senso di appartenenza deve essere la priorità per chi è a Torino e ci arriverà. Lo dissi alla prima conferenza: da calciatore non ho capito che cosa fosse il Toro, da dirigente ho compreso totalmente. Bisogna entrare in un club diverso, questo senso di appartenenza deve essere molto rimarcato. E servono persone in grado di far capire questo: cercherò di comprendere questo senso di appartenenza. Ho sempre cercato di creare un senso di famiglia. Mi piacerebbe creare quell’armonia e sinergia e farla alimentare insieme a tutta la gente”.
Quando ha iniziato a maturare la decisione? Dipende dal rendimento della squadra?
Cairo: “Una cosa mia personale, non mi metto qui a spiegare. La decisione è presa, pensiamo al futuro”.
Si è fatto un’idea delle problematiche e cosa serva a gennaio?
Petrachi: “Mi sono fatto delle idee, la più importante la sviluppo insieme al tecnico. È il mister che deve decidere come è giusto andare a giocare e fare eventuali correttivi. Oggi ho le idee più chiare, ho passato la giornata di ieri con Baroni e mi ha dato linee guida. Non devono esserci equivoci tattici, da oggi è partito un concetto. Magari qualche giocatore non è felicissimo, se possiamo lo facciamo andare e cerchiamo giocatori funzionali. Non credo sarà un mercato di rivoluzione, dovrà essere di riparazione e per mandare a giocare qualche giocatore che magari nel 3-5-2 ha meno spazio rispetto al 4-2-3-1 o 4-3-3”.
Qual è errore che non vorrebbe ricommettere ripensando alla prima esperienza?
Petrachi: “Nell’ultimo anno c’era stanchezza mentale, mi sarei dovuto confrontare di più con il presidente. Dopo tanti anni insieme succede anche tra moglie e marito. Questo è stato l’errore che non commetterei più. Oggi sono qui a riprendermi ciò che ho lasciato, con tutta l’esperienza che ho acquisito. Dobbiamo far crescere il club nel modo in cui merita”
Che cosa si aspetta nell’immediato da Petrachi?
Cairo: “Mi aspetto una continua ricerca di giocatori con alto potenziale, possibilmente giovani. È molto importante cercare giovani da formare che abbiano potenziale, serve l’occhio per identificarli anche quando sono molto giovani. Mi aspetto che abbia rapporto di simbiosi e di grande collaborazione e sintonia con Baroni. E che trasmetta alla squadra la carica e la voglia che ha per questo ritorno, dobbiamo fare cose positive e importante”.
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