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Mazzarri si racconta da Condò: “Il Toro incarna da sempre lo spirito delle mie squadre”

Andrea Calderoni

 COMO, ITALY - NOVEMBER 13: FC Internazionale Milano coach Walter Mazzarri (R) and Nicolo Frustalupi (L) look on during FC Internazionale training session at the club's training ground on November 13, 2014 in Appiano Gentile Como, Italy. (Photo by Marco Luzzani - Inter/Getty Images)

All'ombra del Vesuvio Mazzarri ha vissuto, dal punto di vista dei risultati, gli anni migliori. "Stagioni meravigliose e ricche di soddisfazioni - ha ricordato -. Io vivo di stimoli e quindi non potevo rimanere a Napoli se non avevo la certezza che dopo il secondo posto avrei potuto vincere lo scudetto". All'Inter, invece, l'unico esonero della carriera. "Ogni esperienza è stata positiva - ha rimarcato -. L'unico equivoco è stato non aver capito che Moratti stava per vendere la società". E sulla frase famosa "E poi si è messo a piovere", oggetto di parecchia ironia sul web, dopo il match tra Inter e Verona, quello dell'esonero, ha detto con rammarico: "E' stata un'ingiustizia. Mi è cresciuto un senso di nausea per certe nuove modalità di comunicazione. Ho dovuto disintossicarmi lontano dall'Italia e così ho scelto l'Inghilterra e il Watford. Lì ho potuto toccare con mano un altro ambiente. Battere il Manchester United dopo trent'anni o l'Arsenal dopo 22 anni è stato bellissimo".

 

 

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