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Petrachi: “Al Torino andai vicino a chiudere per Davies, Lautaro e Mahrez”

L'ex DS granata ripercorre la sua avventura al Torino

Luca Bonello

Ai microfoni di TuttoMercatoWeb  Gianluca Petrachi ha parlato della sua esperienza in granata, tra colpi mancati e importanti acquisti. "Ho sempre cercato di condividere le scelte dei tecnici, tutto insieme ai miei Presidenti - ha detto l'ex DS del Toro. Certo, a volte c'è stata condivisione totale, altre delle discrepanze. Poi ci sono situazioni contingenti, dettate dal momento o dai risultati, sulle quali aver controllo non è facile per nessuno ma l'idea di base è quella di condividere e avere la stessa filosofia”.

Come suo stile, Petrachi vuole sempre prima vedere il giocatore prima di procedere all'acquisto, senza fidarsi troppo dei collaboratori , ma nel caso di Singo questo non è successo. "Il suo agente, lo stesso di N'Koulou, mi fece avere dei video amatoriali. Gli ho dato fiducia: c'erano dei prospetti interessanti e ho intravisto Singo. Però, nonostante il costo 'irrisorio' di 150mila euro, non l'avrei mai preso a scatola chiusa: così mandai una settimana uno scout in Africa, in Costa d'Avorio, a vedere il Denguelé".

Che Petrachi sia stato un buon DS per il Torino non ci sono dubbi, infatti egli stesso è consapevole di aver portato in maglia granata eccellenti giocatori e averli fatti crescere: "Vari colpi mi rendono orgoglioso. Prendere Darmian per tre milioni circa, vederlo diventare titolare e venderlo al Manchester United. Vives che fa otto campionati e diventa il proletario capitano del Torino che torna in Serie A e va in Europa League. Immobile, che arrivò dal Genoa dopo aver segnato poco. Ci abbiamo creduto insieme a Ventura e poi è andato al Dortmund. Gli sconsigliai di andare all'estero, lui è uno per carattere e caratteristiche da Italia. Però è un campione, lui come Belotti che arrivò dopo che giocava e non giocava nel Palermo."

Ma in granata sono stati anche diversi i colpi mancati che avrebbero potuto portare al Toro grandi giocatori. "Quattro anni fa vidi un giocatore... Sorprendente. Me lo fece notare il mio caposcout. Vidi dei video e sembravano taroccati, accelerati. 'Va troppo veloce, non è possibile', pensai. Era Alphonso Davies. Mi colpì in modo terribile. Faceva l'ala sinistra coi Whitecaps, fu una segnalazione di un amico che collaborava con noi e che segue questi mercati. Ci segnalò dei prospetti giovani e iniziai a trattare. Solo che era sedicenne, extracomunitario. Prenderlo, portarlo al Torino, significava portare anche la madre e darle un impiego. Era minore e serviva un iter burocratico che è diventato da subito complicato, intricato. Era il 2016, la questione lavorativa divenne uno scoglio ma con la famiglia parlammo a lungo della possibilità. Trovammo anche la quadra con Vancouver: 1.5 milioni più bonus. Però fui costretto ad abbandonare il colpo per la burocrazia”.

"Ma ce ne sono altri. Uno è Lautaro Martinez. A 7 milioni di euro, sempre al Torino. Ci furono problemi con degli emissari per delle commissioni fuori mercato che ci vennero chieste: erano troppo alte, un po' meno della metà del cartellino. Se l'avessi detto a Cairo, conoscendolo, mi avrebbe mandato...Volevo prendere Lyanco dal Sao Paulo e Martinez dal Racing de Avellaneda, le stelle che mi colpirono di più in quel Sub-20 in Ecuador. Con Lyanco siamo andati a segno. Era il 2017: iniziai la trattativa ma per Lautaro non andò a buon fine per questioni di mediazione. Era lui l'attaccante che avrei voluto per il Torino"

"In più mi son fatto scappare Riyad Mahrez. Era il 2013, parlo col suo agente Kamel Bengougam che interloquiva col mio staff. Giocava nel Le Havre ed era in scadenza. Scelto Mahrez come vice Cerci però al Presidente Cairo detti un numero, una cifra. Solo che quella cifra dopo aumentò e non gli piacque... Ero pronto a fare cinque anni di contratto a Riyad, con l'agente pattuisco 150mila euro di commissioni. Mi metto d'accordo sul contratto, ne parlo con Cairo e gli spiego che per il 4-2-4 di Ventura sarebbe stato perfetto. Bengougam mi chiamò e mi disse che stava trattando con un'altra squadra. Voleva darlo a noi ma voleva convertire la commissione da 150mila euro a 150mila dollari che all'epoca aumentavano la cifra. Saltò l'operazione e Mahrez... Andò al Leicester. Fu un mio errore ma non volevo deludere il mio Presidente al quale avevo promesso il giocatore a un prezzo"