L'analisi della vigilia di Marco Baroni in ottica Cagliari
Tempo di Torino-Cagliari, ultima gara che chiuderà l'anno dei granata. Per i ragazzi di Baroni si tratta di un vero e proprio test, dato che c'è la possibilità di dare continuità ad un periodo tutto sommato positivo. Proprio il tecnico ha fatto il punto della situazione in vista dell'impegno con i sardi.
Baroni, da un certo punto di vista, mette sugli attenti la squadra e non risparmia belle parole sul tecnico Fabio Pisacane, alla prima esperienza in panchina. "Il Cagliari è una squadra centrata, viva, compatta, fisica e con grande mentalità. Non c’è un punto dove fare la differenza, si tratta di essere squadra in tutto e per tutto. Pisacane? Ha dimostrato di saper fare bene. Ha la personalità che aveva anche da calciatore, ha idee chiare e ha il pieno appoggio della società che lo ha lanciato. Se oggi il Cagliari è una squadra che funziona è molto merito suo".
Punto focale della gara sarà la possibilità di ottenere la terza vittoria di fila. "Dobbiamo essere concentrati sulla partita e non dobbiamo pensare a quello che potrebbe essere, pensiamo soltanto a quello che sarà. Perché ci aspetta una partita tosta e difficile". C'è però un altro discorso, che è legato anche al proseguo della stagione. Ora il Torino affronterà un calendario tutto sommato abbordabile. Su questo Marco Baroni ha offerto la sua analisi: "Nella nostra cultura calcistica spesso basta una settimana buona o meno buona per spostare giudizi e prospettive. Il Torino è una società che si è posta un programma con la freccia all’insù, il che significa lavorare per migliorare la scorsa stagione e costruire qualcosa che sia duraturo. La costruzione non dipende però da una partita, la costruzione passa da una serie di componenti che devono tutte migliorare singolarmente, in modo da poter poi avere una crescita collettiva di rilievo. Allora viviamo con intensità questo presente per cercare di avere tutti insieme un futuro ambizioso".
L’ultima partita ha rappresentato il livello minimo di prestazione sotto il quale la squadra non deve più scendere, ma allo stesso tempo ha evidenziato come ci siano ancora ampi margini di miglioramento. L’aspetto principale su cui lavorare resta quello dell’intensità e della convinzione: "La squadra dev’essere più attiva esattamente come nelle ultime partite. Deve aspettare meno e muoversi di più», perché l’obiettivo è diventare «una squadra meno bloccata e più volitiva".