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Torino-Genoa 2-1, quel match simbolo della determinazione granata

TURIN, ITALY - APRIL 13:  Alessio Cerci (L) of Torino FC and head coach Giampiero Ventura celebrate victory at the end of the Serie A match between Torino FC and Genoa CFC at Stadio Olimpico di Torino on April 13, 2014 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Ricordi / Sono passati tre anni da quel match, che però è rimasto ben impresso nella mente dei tifosi granata

Gualtiero Lasala

"Vincere è sempre stupendo, ma trovare il successo con una rimonta ha un sapore del tutto diverso: e nella memoria dei tifosi granata è incancellabile quel match in cui il Torino decise di fare il Toro in due minuti, ribaltando le sorti di un match che sembrava segnato.

"Era il 13 aprile del 2014, il Torino aveva ancora nella testa quel sogno folle chiamato Europa, e il match casalingo contro il Genoa doveva assolutamente portare punti ai granata. La partita è però scialba, poche occasioni da rete, con due squadre che sembrano pensare più a non farsi male che ad attaccare. Ma all'improvviso, ecco un fulmine a ciel sereno: il Genoa la sblocca a quattro minuti dalla fine, con un gol di Gilardino, solito rapace d'area, e la gara sembra dover terminare in questo modo. Ma i liguri non avevano fatto i conti con il "Cuore Granata", quello vero.

"Dai piedi dei due giocatori più talentuosi e prolifici della stagione 2013/2014 arrivarono due gioielli, a distanza ravvicinata, che solo chi ha avuto il piacere di vederlo in prima persona sa quale emozione possano avere suscitato. Immobile, al minuto 92, si incunea da solo, e al limite dell'area di rigore lascia partire un tiro a giro che si piazza sotto l'incrocio alla sinistra del portiere. La folla granata è già in delirio, ma la partita non è finita. Il Genoa ricomincia la gara, ma perde il pallone dopo pochi secondi, recuperata da Gazzi: Cerci si fa servire, e con personalità ignora i suoi compagni, va vicino alla mattonella da quale ha segnato Immobile, carica il sinistro e segna baciando il palo, sempre alla sinistra del portiere.

"La festa granata diventa un tripudio, i tifosi non riescono a crederci e la rimonta ha realmente qualcosa di eccezionale: tre anni fa il Toro ha rispolverato - e solo per due minuti - la determinazione di una squadra che non muore mai.