Un leader vero, un riferimento tecnico ed emotivo. Ma anche un’assenza pesantissima. La stagione di Duván Zapata si è divisa in due: prima trascinatore, poi spettatore forzato. L’attaccante colombiano in Serie A con 7 partite giocate e 3 gol, ha incarnato per mesi il punto di riferimento offensivo del Torino, non solo per gol e presenza fisica, ma per personalità, carisma e capacità di trascinare i compagni nei momenti più delicati. Il suo approccio è stato da veterano: testa alta, spalle larghe, pronto a caricarsi la squadra sulle spalle. Ma proprio quando sembrava aver trovato la sua dimensione ideale sotto la Mole, è arrivato il colpo basso. Un infortunio pesantissimo rimediato nella trasferta di San Siro contro l’Inter lo ha tolto dai radar per mesi, lasciando un vuoto tecnico e mentale che ha costretto il gruppo a ricalibrare le proprie ambizioni. La sua assenza non ha solo indebolito l’attacco, ha cambiato il volto della stagione. Questo dice molto sul suo peso specifico all’interno del progetto granata.


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Torino, il pagellone di fine stagione: Zapata 6, il leader è tradito dal destino
Partita top: Milan-Torino 2-2
—Il manifesto del miglior Zapata stagionale resta la primissima gara di campionato, terminata in pareggio contro il Milan. Il colombiano a San Siro ha realizzato una partita da centravanti totale: fisico, qualità e intelligenza tattica al servizio della squadra. Lotta su ogni pallone, fa salire il baricentro, si prende falli, crea spazi per i compagni e si toglie anche la soddisfazione del gol. Il giocatore in quell'occasione aveva dimostrato che, se in giornata, nessuna difesa avrebbe mai potuto reggerlo.
Partita flop: Torino-Lecce 0-0
—Poco prima dell’infortunio, c’è stata una serata in cui Zapata non è riuscito ad incidere, complice una prestazione opaca collettiva: Torino-Lecce 0-0. Una partita piatta, spenta, in cui il colombiano è rimasto ai margini, imbrigliato da una difesa compatta ma tutt’altro che insormontabile. Pochi movimenti, zero spunti, nessuna presenza reale in area. In un match che richiedeva un leader offensivo capace di rompere l’equilibrio Zapata, assieme a tutta la squadra, è stato impalpabile. Una prestazione che ha lasciato l’amaro in bocca e che ha pesato sull’ennesima occasione sprecata in casa.
Il giudizio finale: 6 pieno, perché pesa più l’assenza che il rendimento
—Il voto è un 6 che tiene conto del valore assoluto del giocatore e del vuoto lasciato dalla sua assenza. Quando c’è stato, Zapata ha dato il suo contributo, da vero leader. Ma il lungo infortunio ha tarpato le ali non solo a lui, ma a tutta la squadra. Non è stato bocciato, anzi: nei momenti in cui è stato in campo, ha fatto intravedere quanto avrebbe potuto dare a questo Torino. Il problema è che non ha potuto farlo fino in fondo. Il giudizio, quindi, è figlio di una stagione mutilata, in cui più della sua presenza ha pesato la sua assenza. Un 6 che sa di occasione mancata, per lui e per tutta la squadra. Ma anche un promemoria chiaro: se questo Toro vuole ambire a qualcosa di più, ha bisogno di un Zapata integro e al centro del progetto.
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