Giocare a La Spezia non era facile: quel campo, poco meno di sei mesi fa, fu teatro di una bruttissima sconfitta per il Toro di Davide Nicola. Un netto 4-1 che sancì la matematica salvezza degli aquilotti e fece tremare i granata, che videro pericolosamente vicino il baratro della Serie B. Il rischio di rivivere gli incubi del passato era dietro l’angolo, tanto che lo stesso Juric si era soffermato sul tema nel presentare la gara alla vigilia: “Scenderemo in campo con tanti ragazzi presenti nelle due partite dello scorso anno, mi aspetto abbiano voglia di rivalsa e di dimostrare che la squadra è cresciuta”. Una risposta che sul campo non è arrivata, proprio in una partita in cui le novità rispetto al passato erano pochissime. Praet era di fatto l’unico volto nuovo di una squadra che per dieci undicesimi era composta da giocatori al Toro già nelle ultime stagioni.
IL TEMA
Toro, da La Spezia un altro segnale: il ritorno dei vecchi senatori non paga
Da Rincon a Baselli: farsi trovare pronti giocando poco non è facile, ma i protagonisti del passato steccano al Picco
Per fronteggiare alcune assenze pesanti, Juric ha deciso di affidarsi a quelli che si potrebbero definire i senatori del passato. In mezzo al campo la scelta è ad esempio ricaduta su Rincon, premiato con una maglia da titolare per il duro lavoro in allenamento. Ma il General non è riuscito ad incidere ed è anzi parso in affatto, tutto un altro giocatore rispetto a quello ammirato nel 2019 con Mazzarri. E così anche Baselli, in ritardo in occasione del gol di Sala ed in generale in difficoltà quando il ritmo si alza. Sicuramente farsi trovare pronti quando gli spazi sono pochi non è affatto facile, anzi. E lo stesso lo ha voluto sottolineare anche Juric. Ma la gara di ieri ha restituito sempre più l'idea di un Toro alle prese con un ricambio generazionale. E l'immagine della squadra che perde quando rientrano gli ex senatori sembrerebbe avvalorare sempre più la scelta di avviare un nuovo corso.
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