E' una dura e doppia punizione quella che subisce il Toro all'Olimpico di Roma contro la Lazio: dura perché è difficile da digerire dopo aver giocato alla pari e aver avuto molteplici occasioni per segnare; doppia perché è una sconfitta arrivata attraverso due calci piazzati che potevano essere evitati ma su cui soprattutto si poteva difendere meglio. Invece Quattro errori imperdonabili che decretano la sconfitta, infatti il primo gol di Biglia nasce da una palla persa malamente in uscita a centrocampo e sulla punizione la barriera si muove scoordinatamente, chi si alza prima chi dopo, ingannando Gillet; sul secondo gol invece la punizione di Candreva è lontana dai pali della porta granata più di 50 metri eppure Gillet non è impeccabile respingendo sui piedi dell'accorrente Klose un pallone che avrebbe dovuto bloccare a terra, senza contare la compartecipazione alla colpa di Glik che si fa sorprendere dal centravanti laziale. Quattro errori, due per gol, e Toro a leccarsi le ferite.
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Toro: dura e doppia punizione con sconfitta
Una sconfitta che brucia proprio perché il Toro la partita l'ha giocata e la prestazione a livello di manovra c'è stata cosi come sono state create le occasioni da gol: tre sui piedi di Farnerud di cui un gol, un tiro alto dopo bel controllo al volo e uno respinto dal suo compagno d'attacco, due da Quagliarella al 34' lesto a girarsi e battere a rete ma trovando Marchetti bravo a distendersi e a respingere in angolo e al 66' bravo ad incornare a rete un bel lancio di Sanchez Mino con palla che fa la barba al palo, ed infine un tiro molto forte di Benassi al 46' che esce non lontano dal palo e un tiro all '84 di Darmian parato a terra dal numero uno laziale.
Se una squadra costruisce tante occasioni da gol in trasferta contro una signora Lazio, uscendone sconfitta, può solo accumulare rabbia per la prossima partita di mercoledì contro il Parma. Il Toro comunque sia c'è!
Certamente avesse fatto meno errori a centrocampo sia in fase di uscita che in fase di rientro forse le due punizioni non sarebbero mai nate, cosi nemmeno i gol e nemmeno la sconfitta ma siamo nella teoria dei se e dei ma. Invece analizzando la prova nel suo complesso il Toro ne esce bene a testa alta: ha messo sotto la Lazio per buona parte del secondo tempo. E' vero, è magra consolazione ma è altrettanto vero che il Toro è squadra che non si fa dominare da nessuno.
La nota più positiva sta sicuramente nell'ottimo rientro di Farnerud , sempre nel viso dell'azione , mentre le note negative oggi si chiamano Jean Francois Gillet e Bruno Peres , detto sopra del portiere granata, il brasiliano è incappato in una giornata storta sopratutto in fase difensiva con chiusure e diagonali sballate e palle perse banalmente, poi certamente la fase di attacco la fa molto bene, grazie alla sua velocità, ma deve migliorare la fase difensiva onde evitare pericoli che arrivano dalla fascia per la propria squadra.
La Lazio? E' stata brava a sfruttare gli errori granata ma soprattutto è riuscita a mettere in difficoltà l'avvio del gioco di Ventura grazie ad un pressing molto alto sui portatori di palla. Poi ha lavorato bene sulle fasce dove sia Candreva che Cavanda son riusciti spesso a impensierire la difesa granata. I due gol hanno origine da errori granata più che da invenzioni manovrate di gioco , mentre il palo colpito da Candreva, da posizione decentrata, è stato un errore di posizionamento di Gillet più che un tiro micidiale, però bravo l'esterno biancoceleste a far fuori i difensori avversari.
Nel mio precedente editoriale pre-partita avevo scritto che avrebbe vinto chi avrebbe fatto meno errori a centrocampo e la Lazio ha fatto anche lei molti errori ma meno gravi di quelli commessi dal Toro: questa è stata la matrice della sconfitta nonostante un superVives, ottima la sua prestazione.
Non c'è tempo per leccarsi le ferite adesso è il tempo di pensare agli errori fatti per poi sfogare la rabbia di questa sconfitta fra tre giorni contro il Parma dove il Toro deve giocare da Toro per riprendersi questi tre punti persi.
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