La stagione appena vissuta dal Torino Femminile si racchiude in una sola parola: storia. Ogni desiderio esaudito è diventato realtà al termine di un'annata semplicemente perfetta, chiusa con quattro trofei in bacheca: la vittoria del campionato d'Eccellenza valsa la Serie C, i trofei in Coppa Italia regionale e nazionale, infine la Supercoppa. Tutte pietre miliari di un percorso da applausi. A guidare il Toro nel suo anno storico Stefano Serami, tecnico esperto arrivato la scorsa estate in granata conclusa l'esperienza con la Femminile Juventus. Il timoniere delle granata ci ha raccontato la stagione con il Toro, le emozioni di quelle vittorie e del Filadelfia rivissuto in panchina e non da giocatore, ma anche le dinamiche dell'addio e il prossimo futuro. Di seguito le sue parole.


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Torino Femminile, l’ex tecnico Serami: “Anno irripetibile. Porto il Fila nel cuore”
Un anno straordinario con il Torino, quattro trofei, una storica promozione in Serie C. Ci racconta le emozioni provate, come è stato viverlo? "È stato fantastico, emozionante. Fare un'annata come la abbiamo fatta noi, vincere tutto quello che poteva darti questa categoria qua... (l'Eccellenza Femminile, ndr). In giro si parla tanto di triplete, noi abbiamo fatto quadriplete. Abbiamo vinto tutto quanto e siamo stati felici. È stato emozionante per le ragazze in prima persona e fantastico anche per me, perché a una certa età se riesci a vincere ancora qualche cosa è bello. Vedere che la squadra cresce durante l'anno è fantastico. Sono veramente molto felice, felice di aver disputato un'annata così con delle persone vicine che sono state fantastiche, mi riferisco allo staff a cui aggiungo Domenica (dirigente accompagnatrice, ndr) che abbiamo salutato a metà tragitto ed Emanuele (dirigente accompagnatore, ndr) che è rimasto con noi tutto l'anno e ora ha lasciato"
Quale è stata la sua soddisfazione più grande? "La prima soddisfazione è aver vinto il campionato, sicuramente. Il primo trofeo che abbiamo vinto, la Coppa Regionale, ci ha dato lo spunto per raggiungere altri traguardi anche se qualcuno l'ha chiamata coppetta. Andando avanti la soddisfazione più grande è aver vinto la Coppa Italia Nazionale a Roma, nella mia città, con questo splendido gruppo. Io sono un romanaccio, un romano acquistato dal Torino Calcio nel 1972 quando ero un Allievo e ho avuto la fortuna di vincere i tre titoli giovanili italiani più importanti: Allievi, Berretti e Primavera. Mi è spiaciuto non vincere quello della prima squadra, nel 1975-1976 mi hanno mandato a fare le ossa da un'altra parte. Però ho avuto la fortuna di giocare con i campioni d'Italia, sono stato in panchina in Serie A nel 1975. Un po' di granata all'interno del corpo ce l'ho, per far sapere chi era Serami. Di me si è solo detto che sono un ex figlio del Filadelfia, non è solo questo. Sono proprio tanto legato al Filadelfia, al vecchio Filadelfia. Nel 1990 smetto di giocare e divento allenatore, in quell'anno presi i 1979 come Esordienti e sono stato quattro anni nel Settore giovanile maschile, in quegli anni era arrivato Mondonico, che al mercoledì ci invitava a fare la partitina con lui al Filadelfia dopo l'allenamento: sotto c'era un capannone dove ci allenavamo da ragazzi, si mangiava salame con vino che portava Mondonico. Questo l'insegnamento che abbiamo avuto dai grandi allenatori: fare gruppo".
Il suo Toro nel tempo è diventata una squadra quasi intoccabile. Quali sono stati i fattori chiave per raggiungere questa consapevolezza e fare così tanto la differenza in tutte le competizioni?"Secondo me l'Alessandria ci ha dato del filo da torcere, è una gran bella squadra. La Reggiana ci ha dato lo spunto vincente, vincere a Reggio ci ha dato consapevolezza per dire che potevamo vincere il titolo italiano di Coppa. Nel gruppo i miei collaboratori più stretti - Luca, Andrea e Alessandro - mi hanno dato aiuti spettacolari. Sono ragazzi fantastici, potrebbero essere miei figli se non nipoti. Hanno lavorato molto molto bene, insieme siamo riusciti a tenere e far crescere il gruppo, che all'inizio poteva sembrare un po' diviso con gli arrivi nuovi dalla Femminile Juventus. Bisogna dare atto allo spogliatoio che è cresciuto insieme, si è unito fino a conquistare qualcosa di fantastico. La cosa più bella è stata disputare la partita con il Chievo al Filadelfia, è un grande sogno per le ragazze che devono scoprire cos'è il Torino Calcio: il Filadelfia e non altri posti. È stata una grande soddisfazione vedere come lo abbiamo occupato. Le ragazze tecnicamente sono brave tutte quante, a livello mentale sono cresciute veramente tanto. Mi auguro che il prossimo anno possano dimostrare quanto valgono nella categoria superiore. Le ringrazio tutte di cuore per quello che hanno fatto tutto l'anno. Seguire un personaggio come è me, è stata dura per loro come è stata dura per me cercare di amalgamarle il più in fretta possibile per fare risultati positivi. Mi spiace per il brutto risultato con l'Alessandria in casa, ma là ci ha dato lo spunto per dire che dovevamo fare ancora meglio. Le ragazze sono state fantastiche, dal portiere all'ultima giocatrice che rimane. Per me sono state fantastiche tutte quante"
Ora non sarà più lei a guidare il Torino Femminile nel salto in Serie C. È stata una scelta di comune accordo oppure ne è rimasto sorpreso?"Nel calcio le sorprese non sono novità. Non sono sorpreso dal fatto che abbiano deciso di cambiare. Sono sorpreso da come vengono dette le cose, non per altro. I cambiamenti ci stanno... Puoi vincere o perdere, non è quello il problema. Si decide di cambiare e va bene così. Però bisogna magari avere anche il coraggio di stringersi la mano e salutarsi, e tutto come prima. Da parte mia non è cambiato niente: il Torino dopo la Roma è la mia squadra. Se sarei voluto rimanere? Chi non vorrebbe con una squadra o un gruppo così? Penso tutti quanti. Il discorso è: ma sarei rimasto lo stesso? Non lo so, bisognava valutare alcune cose, bisognava pensarci bene e verificare il tutto. Se già nell'arco dell'anno ci sono problemini, è meglio mettersi in disparte e va tutto meglio secondo me"
Il suo successore sarà Fulvio Francini. Come lo vede al timone della Prima squadra? "È uno splendido ragazzo. Io ho legato abbastanza bene, sono sempre allegro e scherzoso con tutti. Nel calcio ho fatto il professionista tanti anni, a volte il sorriso aiuta. Francini può far bene perché ha un gran bel gruppo. Allenava le ragazze dell'Under 15 ed è stato promosso, vuol dire che ha buone qualità sia tecniche che tattiche. Mi auguro che faccia ancora meglio di come ho fatto io, non sarà facile perché la Serie C è un campionato diverso. Ve lo dice uno che ha fatto Serie A, B e C femminile. Ma se le ragazze si impegnano e fanno gruppo come quest'anno, potranno salvarsi che penso sarà l'obiettivo principale del Toro. Possono fare anche ancora meglio, magari puntare ai playoff a seconda di come cambierà anche il regolamento del campionato. Non è facile ma possono far bene, glielo auguro davvero"
Cosa le riserva o cosa si augura per il futuro? "Mi sono messo d'accordo con un altro Toro (ride, ndr). Mi hanno chiamato come hanno saputo che non rientravo più nel progetto Torino. Mi hanno chiamato quattro società. A tutte ho detto che fino al 30 giugno ero legato al Torino FC e che dal 1 luglio ero disponibile a parlare con chiunque. Ho vecchie conoscenze, quindi fa piacere andare in un altro Torino: Torino Women. Il futuro speriamo che mi faccia stare ancora in piedi e che sia dritto, che io possa ancora insegnare calcio e professionalità. Speriamo che vada bene. Certo l'annata che ho fatto quest'anno è irripetibile secondo me e sono contenta di averlo vissuto. Non me lo toglie nessuno, rimane nella storia"
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