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Toro, solita storia. Queste sarebbero le finali?

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Controcorrente di Gino Strippoli – Una brutta partita dove i granata non hanno mai trovato il bandolo della matassa ed è la seconda finale fallita

Gino Strippoli

Mister Juric qualche settimana fa aveva parlato di affrontare le prossime partite come 11 finali. Due sono andate in saldo passivo, una con il misero punto contro il Sassuolo e l’altra quella conclusa con la sconfitta contro la Roma. Due finali ed un punto. Il piatto piange! Si parla di finali, adesso ne mancano 9, e allora se devono essere affrontate da finali poco comprensibili appaiono alcune scelte dell’allenatore granata sia nei cambi che nei giocatori messi dal primo minuto.

Tralasciando la partita con il Sassuolo di cui si è già scritto la scorsa settimana, la partita contro la Roma ha dell’inspiegabile la presenza dal primo minuto di Gineitis, giocatore senza dubbio interessante a livello di prospettiva ma che ha pochissimi minuti di gioco e poca esperienza. Forse Linetty avrebbe assicurato più movimento. Idem dicasi per Adopo sicuramente con un tasso tecnico migliore di Gineitis in fase di costruzione. Sicuramente Gineitis non ha fatto male contro i giallorossi ma non ha mai avuto quel cambio di passo che deve avere un centrocampista per fare la differenza.  Sicuramente si dirà che Linetty aveva bisogno di riposo e per Adopo la questione contratto non gli farà più vedere il campo. Allora sarebbe stato meglio non parlare di 11 finali perché questo Toro non è in gradi di giocare delle finali.

In più non si è capito il perché Samuele Ricci è stato sostituito contro la Roma, ovvero l’unico centrocampista che ha luce vera nel dirigere la squadra, per mettere lo spento Vlasic. Alla fine il Toro non ha fatto un solo tiro in porta nonostante abbia finito la partita con 4 attaccanti: Pellegri, Vlasic, Karamoh e Miranchuk.  Scrivo di tiri in porta perché poi gli unici tiri, poi deviati in angolo dai difensori romani, degni di nota sono stati quelli di Rodriguez e Ricci nel primo tempo e poi quella bella girata di Pellegri, ma ricordiamolo non hanno raggiunto lo specchio della porta. L’uscita di Ricci ha tolto davvero l’unica luce in campo tra i granata, giocatore che sa far girare la squadra. Inspiegabile.

Pochi i granata che hanno affrontato la partita come fosse una finale: Schuurs, sempre impeccabile, anche se il rigore è stato causato  involontariamente da lui, immolatosi sul tiro di Zalewski. Poi molto pimpante Radonjic che si è dato da fare sulla sua fascia, creando non pochi grattacapi ai suoi avversari, e Ricci sempre molto lucido nell’impostare le azioni ma a centrocampo troppo solo. Il ragazzo ha fatto il boia e l’impiccato e avrebbe invece la necessità di avere un alfiere al suo fianco, e questo non poteva essere il bravo Gineitis. Il resto della truppa si è adeguata all’andamento della partita, ben 96 minuti scialbi da ambe le parti. La Roma non ha fatto chissà cosa ma ha trovato il gol su rigore netto e poi ha controllato la partita senza rischiare più di tanto.

Come ha detto Mourinho in conferenza stampa l’importante è vincere, alla fine è il risultato che conta, e chi può dargli torto?! I giallorossi hanno raggiunto il massimo facendo il minimo sindacale, facendo riposare  molti titolari in vista della Coppa: Ibanez, Pellegrini, Matic, Abraham. Vittoria meritata senza dubbio.

La storia granata racconta che le finali si affrontano con grinta, con la bava alla bocca, con quella cattiveria agonistica che ti fa superare anche le differenze e superiorità tecniche degli avversari. Ecco questo Toro non è capace di affrontare queste cosiddette finali. Meglio parlare di partite da giocare con dignità e stop!

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